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Economia

Imprese piemontesi, le previsioni per il primo trimestre 2022

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L’indagine congiunturale trimestrale realizzata dall’Unione Industriali Torino e da Confindustria Piemonte ha puntualmente anticipato i punti di flesso e di svolta del ciclo economico, registrando il progressivo consolidamento della fiducia sul nostro territorio.

Il 2020 si era chiuso in un clima di incertezza e preoccupazione, legato alla ancora problematica evoluzione della pandemia. La maggioranza delle imprese prevedeva una ulteriore riduzione dei livelli produttivi e del portafoglio ordini, dopo un anno di forte flessione; gli investimenti erano molto deboli e oltre un terzo delle imprese aveva intenzione di fare ricorso alla CIG. Il tasso di utilizzo degli impianti era sceso a livelli storicamente molto bassi.

Da marzo 2021 l’indagine ha registrato un progressivo rafforzamento delle aspettative, con indicatori risaliti nel periodo estivo a valori tipici delle fasi espansive. Gli investimenti hanno segnato una rapida, consistente accelerazione; l’utilizzo degli impianti è ritornato ai livelli precrisi. Il miglioramento ha interessato gran parte dei settori: a partire dalla manifattura, ma anche i servizi alle imprese (logistica, ICT, ecc.). La rilevazione di dicembre, condotta su un campione di 1.200 imprese manifatturiere e dei servizi, registra un lieve raffreddamento delle attese, in linea con il trend comune al nostro Paese e a tutta l’Europa. Va ricordato infatti che dopo due trimestri di crescita molto elevata del Pil italiano (2,7% e 2,6%), il quarto trimestre del 2021 sarà decisamente meno brillante (+0,4% nelle previsioni più aggiornate).

La buona tenuta degli indicatori strutturali rilevati dalla nostra indagine conferma che non siamo in presenza di un peggioramento reale del ciclo. Infatti, il tasso di utilizzo degli impianti rimane saldamente su livelli elevati; non aumenta il ricorso alla CIG; non decelerano gli investimenti; restano buoni i tempi e le condizioni di pagamento.

«A due anni dall’inizio della pandemia i piemontesi guardano al futuro con maggiore ottimismo. Un atteggiamento positivo che, spiega un recente studio del Centro studi Luigi Bobbio, nasce dal convincimento che questa fase di grande trasformazione può creare molte nuove opportunità tramite digitalizzazione, tecnologia e Pnrr. Anche la nostra indagine congiunturale per il primo trimestre 2022 va in questa direzione, con il ricorso alla cassa integrazione che scende ancora e il tasso di utilizzo degli impianti che resta stabile. Sono dinamiche che si estendono a tutto il territorio regionale e a tutti i settori. Non possiamo però ritenerci soddisfatti, la sfida contro il Covid-19 non sarà infatti vinta finché non ridurremo le forti diseguaglianze che la pandemia ha generato: serve una crescente attenzione verso l’inclusione, di genere ed anagrafica, che metta al centro formazione, riqualificazione professionale e trasformazione digitale delle aziende e delle filiere» – spiega Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte.

Per l’inizio del 2022, il 26% delle aziende prevede un aumento della produzione, contro il 10% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +15,8 punti percentuali, diminuisce di 5 punti rispetto a settembre. Trend analogo per gli ordinativi, con un saldo del 14,9% e un calo di circa 6 punti rispetto alla scorsa rilevazione. Cala l’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari all’1,2% (-6,6 punti), che risente delle nuove restrizioni anti-Covid messe in atto in alcuni paesi. Buon andamento per gli investimenti, grazie alle risorse messe a disposizione dal PNRR: sono quasi il 30% le aziende con programmi di spesa di un certo impegno. Il ricorso alla cassa integrazione interessa il 10% delle imprese, in calo di 2,2 punti percentuali rispetto a settembre, segno di una buona ripresa delle attività e un graduale ritorno ai livelli pre-crisi.

Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo. Indicazioni positive, sia pure con sfumature diverse, vengono sia dalle imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti) che da quelle più piccole (sotto i 50 addetti).

livello territoriale, le previsioni si mantengono positive in tutte le aree, con lievi dissonanze nel valore dei saldi ottimisti-pessimisti. Nelle previsioni del primo trimestre 2022, per quanto riguarda la produzione, Alessandria registra un saldo ottimisti-pessimisti del +20,8%, superiore ai saldi registrati in tutto il 2021. Per la provincia di Asti si rileva un saldo del 21,6%, di 17,4 punti inferiore a quello di settembre, ma ancora fortemente espansivo. Bene anche Biella che, dopo anni difficili, dal terzo trimestre 2021, grazie alla ripresa del comparto tessile, ha ricominciato a crescere (saldo ottimisti-pessimisti +18,8%). Attese favorevoli si registrano nel Canavese (+25%), con previsioni di produzione superiori alla media regionale e un sensibile miglioramento rispetto alle previsioni di settembre (+11,5 punti percentuali).

La provincia di Cuneo archivia un 2021 di ripresa, con indicatori sempre positivi e attese per il primo trimestre 2022 pari a +15,7% (in calo di 11 punti percentuali rispetto a settembre). Anche Novara conclude un 2021 molto positivo, con indicatori spesso superiori alla media piemontese e salto del +23,3% per il prossimo trimestre (+2,5 punti rispetto alla scorsa rilevazione Torino è tra le province che fanno fatica ad uscire dalla crisi, con un saldo inferiore alla media (+11,9%) e aspettative prudenti anche per gli indicatori strutturali (CIG, investimenti…), che restano più bassi rispetto alle altre province. Verbania perde 14 punti percentuali rispetto a settembre (+8.6%), ma archivia un 2021 comunque molto positivo. Infine Vercelli risente del rallentamento generale e, per il prossimo trimestre, registra un saldo del +6,7%, di 9,9 punti inferiore a quello previsto per il quarto trimestre 2021.

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