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Economia

Tregua ex Ilva: ok ai pagamenti per l’indotto

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È tregua per l’Ex Ilva: sono partiti i pagamenti per l’indotto, mentre oggi il giudice si pronuncerà sulla richiesta dei commissari di sospendere il procedimento d’urgenza nei confronti di ArcelorMittal inoltrato al Tribunale civile di Milano.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Tolto quindi il presidio davanti alle portinerie dello stabilimento di Taranto (la protesta contro i ritardi nei pagamenti delle fatture per un ammontare complessivo di 60 milioni durava da 9 giorni), anche a Novi Ligure, nell’Alessandrino, il clima è più disteso: ArcelorMittal ha garantito il pagamento del 100% dei lavori scaduti al 31 ottobre, impegnandosi a pagare il restante entro il 15 dicembre. Intanto, mentre si attende il ritorno dei treni merci da Taranto, la produzione è ripartita. C’è, naturalmente, apprensione per gli sviluppi sulla trattativa governativa e l’attenzione resta alta, mettendo come priorità – ribadiscono le sigle sindacali – i posti dei lavoratori di Taranto, di Genova Cornigliano e di Novi. In quest’ultima città, dove per mesi un’altra vicenda – quella della Pernigotti – ha tenuto col fiato sospeso l’Italia intera, si allontana il rischio chiusura per un’azienda simbolo nel settore agroalimentare: dopo la presentazione del piano industriale, si fa infatti verso la ristrutturazione con possibile accesso a 24 mesi di cassa integrazione. Cassa che era stata concessa prima per “cessazione aziendale” e in scadenza il prossimo 5 febbraio, mentre ora – con la modifica approvata al ministero del Lavoro della causale dell’ammortizzatore sociale – il vento che soffia è meno burrascoso. Entro i primi giorni del 2020 dovrebbe essere inoltre firmato un accordo con i sindacati per la cassa integrazione per “riorganizzazione”: avrà la durata di 12 mesi e permetterà a chi è più vicino alla pensione di uscire senza perdere il proprio posto di lavoro.

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