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Economia

Ex Ilva: l’Altoforno 2 non si spegne, riparte trattativa

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AGGIORNAMENTO ORE 14

Il tribunale del Riesame di Taranto ha accolto il ricorso dei commissari ex Ilva, stoppando così lo spegnimento dell’Altoforno 2. Potrà così ripartire la trattativa tra i vertici ArcelorMittal e il governo italiano, con l’obbligo di trovare un’intesa tra le parti entro il 31 gennaio per il rilancio del polo siderurgico. Scongiurata quindi la cassa integrazione straordinaria per 3500 lavoratori.

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È una giornata decisiva per Arcelor Mittal. È attesa infatti per oggi, martedì 7 gennaio, la decisione del Tribunale del Riesame di Taranto in merito al ricorso presentato dai commissari dell’ex Ilva, i quali hanno chiesto una proroga per i lavori nell’Altoforno 2 di cui era stato ordinato lo spegnimento.

Arcelor Mittal
L’ex Ilva di Novi Ligure

Un verdetto che giunge in seguito all’udienza dello scorso 30 dicembre e che arriva proprio alla vigilia dell’ultima fase di spegnimento dell’altoforno. Una disattivazione che aprirebbe le porte a una cassa integrazione straordinaria per 3500 operai, su un totale di 10.700 lavoratori dello stabilimento di cui 8277 solo a Taranto.

I lavori all’interno dell’Altoforno riguarderebbero l’automazione del campo di colata. Un sistema avanzato che se fosse già stato attivo nel 2015 avrebbe certamente impedito la morte dell’operaio Alessandro Morricella, travolto da una fiammata mista a ghisa incandescente.

In caso di proroga da parte del Riesame, i commissari Ilva garantirebbero la messa in funzione di questa tecnologia entro un anno dall’inizio dei lavori.

Una decisione determinante ai fini delle trattative tra la proprietà franco-indiana della multinazionale e il governo italiano per il rilancio del polo siderurgico, con le due parti obbligate a trovare un accordo vincolante entro il 31 gennaio.

In caso di spegnimento, le sorti dell’intero impianto pugliese sarebbero a rischio, con inevitabili ricadute anche sugli altri stabilimenti sparsi per lo stivale, tra cui quelli di Genova Cornigliano e Novi Ligure.

Ed è proprio la cittadina alessandrina a vivere con grande preoccupazione gli esiti delle trattative non solo per l’ex Ilva (700 lavoratori) ma anche per la Pernigotti. Una situazione di stallo che tiene con il fiato sospeso circa 1200 dipendenti e le rispettive famiglie.

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