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Economia

Il Piemonte spegne la luce alle 23, per bar e ristoranti stop alle 18

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Scatta da questa sera, lunedì 26 ottobre, il coprifuoco in Piemonte, che segue l’esempio della Lombardia e che – insieme ad altre regioni che hanno deciso di adottare questo provvedimento – prova a contrastare la corsa del virus con una nuova stretta alle abitudini degli italiani.

Stretta che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha tentato di evitare, dovendo però poi arrendersi ai numeri, con un’impennata nelle ultime ore dei contagi e la classificazione – in base all’ultimo report settimanale del ministero – di regione “ad rischio alto, con alta probabilità di progressione”.

L’entrata in vigore del coprifuoco in tutto il Piemonte dalle 23 fino alle 5 del mattino sarà valido fino al 13 novembre, salvo proroghe. Ci si potrà muovere – con autocertificazione – solo per comprovate esigenze lavorative, in situazioni di necessità e urgenza, per motivi di salute oppure per rientrare a casa.

Intanto, nell’ultimo fine settimana di “libera uscita” concessa, la popolazione ha risposto con poco entusiasmo, ulteriormente spento dal fatto che – sempre in Piemonte – il sabato e la domenica i centri commerciali devono restare chiusi, come da ordinanza emessa da Cirio. Sono infatti questi solitamente affollati nel week end e scelti anche da molti giovani come posti di aggregazione.

Ad eccezione degli alimentari, tutte le altre saracinesche sono state abbassate. Parcheggi deserti ieri sia davanti ai centri commerciali che all’Outlet di Serravalle Scrivia, dove la macchina della moda lavora soprattutto nel fine settimana.

A due mesi esatti poi, dal Natale, va da sé che sia già iniziato un conto alla rovescia che potrebbe non solo contrarre ma compromettere drasticamente il mercato e i suoi consumi. Poca gente, in giro e per locali, anche sabato sera.

L’ulteriore richiamo alla responsabilità per non restare sopraffatti dalla pandemia – come ha dichiarato il premier Giuseppe Conte – porta questa volta con sé un senso di delusione e di spaesamento che non c’entra niente con le regole in vigore (che vanno rispettate per tutelare se stessi e gli altri). È una sensazione di impotenza e di incertezza collettiva rispetto ad un fenomeno così dirompente e ancora non arginato che provoca, inevitabilmente, inquietudine.

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