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Economia

Piemonte: compendio dati artigianato a luglio 2019

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TORINO – L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha realizzato il consueto compendio dei dati di metà anno che illustrano gli aspetti essenziali che caratterizzano il trend del comparto artigiano nella nostra regione.

Confartigianato Piemonte

L’andamento delle indagini dell’ultimo trimestre 2018 e dei primi tre trimestri 2019, elaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte, denota la preoccupazione delle imprese artigiane sugli sviluppi del contesto economico, pur con la volontà di continuare a produrre con il massimo impegno.

Le previsioni sull’andamento occupazionale nel terzo trimestre 2019 salgono all’1,24%, mentre le proiezioni concernenti la produzione totale aumentano al 5,70%; quelle riguardanti l’acquisizione di nuovi ordini si posizionano sullo 0,55% e quelle sui nuovi ordini per esportazioni registrano il -0,95 %.

“Destano preoccupazioni –commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte– le misure contenute nella manovra che si delinea con la legge di bilancio 2020, che prevedono l’impegno di 23,1 miliardi di euro per disattivare le clausole di salvaguardia IVA e 3 miliardi di euro per il cuneo fiscale. Per il rilancio degli investimenti pubblici e privati la manovra destina meno di 1 miliardo di euro per il 2020, importo che sale a 3,7 miliardi nel 2012 ed a 6,1 miliardi nel 2022. Le scarse risorse destinate alla crescita degli investimenti limitano gli effetti espansivi della manovra che sono pari a 0,2 punti di PIL. Inoltre una possibile escalation della guerra dei dazi neutralizzerebbe totalmente gli effetti della politica fiscale nazionale. In generale osserviamo anche passi indietro in tema di semplificazioni ed agevolazioni fiscali e l’imposizione di nuovi obblighi. Aggiungiamo a ciò l’obbligo alle imprese di emettere fatture solo elettroniche dal gennaio 2019.  Per quanto riguarda i pagamenti, dobbiamo purtroppo constatare che i perduranti ritardi da parte delle pubbliche amministrazioni continuano ad avere gravi ripercussioni sul tessuto delle piccole imprese, con pesanti effetti negativi in termini di attività, di investimenti, di occupazione, per giungere talvolta alla chiusura.

Infatti i tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione continuano a superare i limiti dei 60 giorni imposti dalla direttiva europea, per le imprese che realizzano i lavori”.

In merito al credito, in cinque anni (dicembre 2013 – dicembre 2018) i prestiti all’artigianato sono diminuiti complessivamente del 28,8% (14,1 miliardi in meno) oltre una volta e mezzo quello registrato dal totale delle imprese (-16,9%).  A dicembre 2018, rispetto a dicembre 2017, i prestiti all’artigianato in Piemonte ammontano a 3.222 milioni, pari al 6,1% dei prestiti totali alle imprese, con una variazione pari al – 8,9% del 2017.  Viene quindi riconfermata la necessità di rendere più agevole l’accesso ai finanziamenti da parte delle piccole imprese, che le banche continuano a considerare “clienti di serie B”.

“Per il rilancio dell’economia – prosegue Felici – sono indispensabili misure strutturali tali da ridurre il rapporto debito/PIL, nonché prevedere politiche di sostegno mirate per le piccole imprese, abbreviare i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, agevolare l’accesso al credito, semplificare ed alleggerire le incombenze burocratiche. Auspichiamo che il Parlamento apporti i correttivi necessari a realizzare almeno in parte tali provvedimenti, senza i quali la strada della ripresa sarà ancora lunga e difficile”.

Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte gli apprendisti al 23 ottobre 2019 si attestano a 25.376, indicando un rinnovato interesse delle imprese nei confronti dell’istituto dell’apprendistato.

In relazione ai dati dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 1° luglio 2019 le imprese artigiane piemontesi ammontavano a 117.491; l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte prevede che nel secondo semestre dell’anno in corso diminuiranno di 288 unità produttive, riducendosi così a 117.203 (il calo più rilevante in termini numerici, si riferisce alla provincia di Torino che si attesta sulle 60.140 imprese, con una flessione pari a 129 unità produttive).

Al 1° luglio 2019 l’occupazione nell’artigianato in Piemonte si attestava sulle 240.986 unità lavorative, di cui 131.724 autonomi e 109.262 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita nel periodo considerato pari a 72.567 posti di lavoro).

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