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Economia

Tra Cerutti e Ilva, tante preoccupazioni per l’occupazione alessandrina

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È un inizio di giugno cupo e pieno di preoccupazioni per gli operai della Cerutti, in sciopero oggi, lunedì 8 giugno, e domani dopo la dichiarazione di 163 esuberi tra gli stabilimenti di Vercelli (il gruppo ha annunciato che verrà dismesso) e quelli di Casale Monferrato.

Una crisi, quella di un comparto manifatturiero altamente specializzato come quello del gruppo Cerutti, che da anni segna con il numero negativo alcune sedi. Secondo quanto riferito durante l’ultima assemblea con i lavoratori, in Piemonte resterà in attività solo lo stabilimento di via Adam a Oltreponte, sede storica del Gruppo, dove sarà costituita una Newco che impiegherà 125 lavoratori.

Per il resto è rottura sul progetto di riorganizzazione e ristrutturazione del Gruppo Cerutti al quale l’azienda lavorava da mesi(dopo manifestazioni di interesse da Messico e Canada). La crisi dell’acciaio tocca invece i 10.700 operai e impiegati dell’ex Ilva in tutt’Italia che, dopo aver letto la bozza del piano industriale presentato dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal, sono pronti a dare battaglia contro gli annunciati 3.300 esuberi con un piano che nel 2025 porterà a 7500 disoccupati.

Al fianco dei metalmeccanici ci sono il Governo e i sindacati: Fim, Fiom e Uilm hanno convocato d’urgenza a Taranto il consiglio di fabbrica per decidere le azioni da intraprendere, annunciando di essere pronti a tutto per impedire i licenziamenti. Domani, intanto, mentre il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli convocherà in videoconferenza le organizzazioni sindacali, contemporaneamente sarà sciopero di 24 ore in tutte le sedi produttive del gruppo, comprese Genova e Novi Ligure.

Tensione anche nel settore auto, dove alla BCube di Villanova d’Asti sono a rischio 210 posti di lavoro (su 380) a causa di un appalto in scadenza con Fca a fine mese. E potrebbero esserci altri problemi anche per i 130 impiegati del centro direzionale di Casale. La proprietà, che pur ha ribadito di “non essere in crisi” ma di essere in difficoltà a causa dell’emergenza Covid-19 ha per questo motivo chiesto la cassa integrazione per 115 dipendenti dal 1° giugno. Da oggi, secondo le rappresentanze sindacali di categoria, che hanno già mandato una delegazione a Torino per chiedere l’intervento del presidente della Regione Alberto Cirio e insistono per ottenere la convocazione di un tavolo ai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, dovrebbe avviarsi una trattativa non-stop fino a mercoledì tra le due multinazionali.

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