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Economia

Autotrasporto, Confartigianato Piemonte : “Se ci fermiamo anche noi alle 18.00 si ferma l’Italia”

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PIEMONTE – Le dichiarazioni di Aldo Caranta, Presidente autotrasportatori Confartigianato Piemonte, e Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte, riguardo la decisione preso nell’ultimo Dpcm per contrastare il Covid-19 di chiudere i bar e i ristoranti, che “mette in difficoltà anche gli oltre 12.500 addetti dell’autotrasporto artigiano del Piemonte”.

“Decine di migliaia di nostri mezzi garantiscono, ogni giorno, la distribuzione delle merci negli oltre 8mila comuni della Penisola. – denuncia il Presidente di Confartigianato Trasporti del Piemonte Aldo Caranta – Non dimentichiamo che l’84% delle derrate alimentari, dei capi di abbigliamento e dei più svariati prodotti di consumo viaggiano, nel nostro Paese, su gomma. Per continuare a garantire questo servizio è necessario che vengano mantenuti i servizi di base per i nostri autisti. La chiusura dei bar, ristoranti e ogni tipo di luogo di ristoro alle 18.00 rischia infatti di metterli in seria difficoltà”.

In Piemonte le imprese artigiane che lavorano nel comparto trasporti e logistica sono 6.249 così suddivisi: 467 autobus operator e servizi turistici, 3.852 trasporto conto terzi, 64 imprese dedicate alla logistica e 1.876 taxi, che danno lavoro a circa 12mila e 500 addetti.

“Le strutture nelle autostrade (mantenute aperte) – prosegue Carantanon sono infatti sufficienti a garantire degli standard dignitosi ai lavoratori del comparto che molto spesso si trovano alla mattina molto presto oppure a fine giornata nella rete comunale, provinciale o statale, luoghi in cui ha valore il nuovo DPCM”.

Se i nostri luoghi di ristoro chiudono alle 18.00 afferma provocatoriamente Caranta – alla stessa ora per protesta, anche gli automezzi potrebbero smettere di circolare e rientrare a casa non portando a termine le loro consegne”.

“Gli autotrasportati – conclude Carantasono mesi che chiedono di veder riconosciuto il loro ruolo strategico nelle filiere economiche del Paese e continuano a non venire in alcun modo tutelati. Inizialmente acclamati da eroi, con questo provvedimento non vengono riconosciute le loro esigenze basilari.”

“Inoltre il  DPCM non ha modificato la capienza del trasporto locale, autobus e metropolitana, – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – lasciandola all’80%, nonostante da più parti venga riconosciuta come una delle fonti principali di contagio. Francamente non riusciamo a comprendere la ratio di questo provvedimento che, invece, colpisce duramente le imprese che lavorano nel comparto della ristorazione, creando seri disagi anche agli autotrasportatori. Va nella direzione giusta, anche se tardiva, la nuova ordinanza della regione Piemonte che prevede per il trasporto pubblico, a partire da lunedì, un coefficiente di riempimento non superiore al 50%”.

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