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Economia

Ascom Alessandria: “Tanti ostacoli alla riapertura delle attività”

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ALESSANDRIA – Carenza di liquidità e crollo dei consumi, i principali ostacoli all’attività di impresa durante l’emergenza sanitaria, stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di più del 60% delle imprese del commercio e della ristorazione; un altro 30% indica come principale ostacolo, in questo periodo, quello della burocrazia, ma c’è anche un preoccupante 11% delle imprese che segnala la criminalità come un ulteriore pericolosissimo ostacolo alla svolgimento della propria attività.

Secondo una indagine sull’infiltrazione della criminalità organizzata nelle imprese del commercio e della ristorazione durante e dopo il lockdown, realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Research, infatti, il 10% degli imprenditori risulta esposto all’usura o a tentativi di appropriazione anomala dell’azienda ed il 20% degli imprenditori si dice molto preoccupato per il verificarsi di questi fenomeni nella propria zona.

“È molto preoccupante – dichiara Vittorio Ferrari, presidente provinciale di Confcommercioveder comparire la criminalità tra i principali ostacoli all’attività di impresa: crediamo sia lo specchio, purtroppo molto veritiero e drammatico, della reale situazione in cui versano le imprese. Perché lo spazio la criminalità se lo apre quando le aziende non trovano altre strade, altre soluzioni. Per questo sin dall’inizio della crisi abbiamo raccolto con grande attenzione ogni sollecitazione sul tema che ci è pervenuta dalla Prefettura e dalle Forze dell’Ordine, ovviamente molto attente a tale pericolo, e da subito abbiamo aperto in Associazione uno Sportello di Accompagnamento alla richiesta di Liquidità, affinché le imprese potessero trovare un luogo sicuro, nel quale provare a trovare risposte e soluzioni ai problemi di liquidità. E’ ovvio però che perché Sportelli come questo funzionino realmente, sono necessari strumenti efficaci, in grado di dare una risposta concreta alle reali esigenze delle imprese”.

I PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE REALIZZATA DA CONFCOMMERCIO IN COLLABORAZIONE CN FORMAT RESEARCH

Gli ostacoli all’attività d’impresa durante l’emergenza sanitaria

Liquidità e credito30.7 %
Calo dei consumi29.9 %
Burocrazia15%
Costi della riapertura13.3 %
Criminalità11.1%

Quanto è ritenuto grave il problema dell’esposizione delle imprese del commercio al dettaglio, dei bar, dei ristoranti al rischio dell’usura in questa fase di crisi economica senza precedenti?

Quanto è ritenuto grave il problema dell’esposizione delle imprese al pericolo di dover cedere alla malavita il proprio bar, il proprio ristorante, il proprio negozio, la propria impresa?

Da queste risposte si evince che il 59.4% degli intervistati ritiene grave (molto grave o abbastanza grave) il problema dell’esposizione delle imprese dei settori rappresentati al rischio dell’usura ed il 59.2% ritiene grave (molto o abbastanza) il problema dell’esposizione degli imprenditori al pericolo di dover cedere alla malavita il proprio bar, il proprio ristorante o il proprio negozio.

“È un grido d’allarme che non può essere ignorato – commenta il Presidente Confcommercio provinciale Vittorio Ferrari -: significa che la crisi è forse anche più drammatica di quel che pensa l’opinione pubblica e che le soluzioni, le misure di aiuto e sostegno, come ripete la nostra associazione da mesi, per quanto forse nate con la giusta impostazione, si sono fino ad oggi rilevate troppo inefficaci dal punto di vista della loro applicazione concreta e, di conseguenza, dell’efficacia. A tal proposito occorre ad esempio riflettere sulla variabile delle tempistiche, che sono tutt’altro che indifferenti nel decretare o meno l’efficacia di un intervento: alle aziende la liquidità serve ora, anzi: serve da due mesi, non tra tre mesi. Occorre dunque fare prestissimo, perché il tempo davvero ci sta venendo a mancare ed i rischi, poi, come questa indagine di Confcommercio dimostra, si moltiplicano”.

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