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Volontariato

La Comunità San Benedetto al Porto: “Nessun senzatetto dorme per strada”

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ALESSANDRIA – La lettera di Fabio Scaltritti (Comunità San Benedetto al Porto) all’amministrazione comunale.

Gentilissimo Sindaco Cuttica,

colgo l’occasione perché in questi giorni è mancato in ospedale un nostro concittadino, Fabrizio Lodi, che seguivamo da tre anni in città con la nostra equipe, in quanto conosciuto come persona senza dimora.

I media locali hanno riportato tutti la notizia della sua scomparsa e molti concittadini hanno espresso il loro cordoglio e la loro vicinanza ai volontari della Comunità San Benedetto e a Caritas Alessandria (coloro che lo conoscevano meglio).

Attendiamo ora dal Comune di sapere come si svolgerà il “funerale in povertà” per raccoglierci intorno alla sua salma.

Il Sig. Lodi è stato seguito dalla nostra unità di strada che monitora le persone senza dimora dall’inverno del 2018 quando dormiva, indisturbato, presso la saletta d’attesa del Pronto Soccorso. Il personale sanitario ci ha sempre chiesto di lasciarlo stare lì e lo sosteneva con bevande e alimenti: lui non dava fastidio e non era né insistente né invadente. Il suo carattere mansueto lo rendeva gradito ai più che lo hanno conosciuto.

Nel febbraio 2020 il Sig. Lodi è stato purtroppo allontanato, causa Covid-19, dall’atrio del Pronto Soccorso non essendo più possibile permettere lo stazionamento di estranei e lo stesso si è “trasferito” con tutte le sue cose sotto i portici di Piazza della Libertà, dove ha vissuto fino all’estate.

In quella posizione, finito il lockdown della prima ondata, la sua permanenza era effettivamente problematica a causa del suo atteggiamento di accumulatore compulsivo e in piena estate le sue decine di borse e sacchetti cominciavano a rilasciare cattivi odori.

La Polizia Municipale, coordinata dall’Agente scelto Mauro Di Gregorio, è intervenuta intimandogli di lasciare lo spazio e insieme abbiamo concordato un trasloco alle tende nel frattempo installate dalla Protezione Civile.

Come abbiamo fatto altre volte nel corso del 2020 e 2021 con altre decine di persone trovate a dormire in strada, su marciapiedi, androni, portici, stazione, dehors e panchine del nostro centro storico (alleghiamo alcune foto dell’ultimo intervento di sabato notte).

Questa modalità di collaborazione si è poi estesa ad altri funzionari della Polizia Municipale e anche le altre Forze dell’Ordine (compresa la PolFer) che hanno iniziato ad usare questo che a nostro avviso è diventato un modello di intervento virtuoso e collaborativo.

Più volte e in diverse occasioni il nostro personale è intervenuto e interviene sollecitato dai cittadini e dalle FF.OO. cittadine, anche in situazioni di tensione o di necessità che le stesse ci segnalano, mediando e trovando sempre, insieme, una strada che consenta di intervenire senza usare la forza ma, al contempo, affrontando le problematiche.

Il risultato di questo lavoro lo osserviamo noi, operatori di strada, che da ormai 8 anni ci facciamo carico dell’emergenza freddo e che quest’anno, in pieno inverno, rileviamo come nessuna persona dorme in strada in città.

Con l’unità di strada monitoriamo 3-4 volte alla settimana, la sera dalle 21 alle 1, tutta la città con particolare attenzione alle vie del centro, ai portici, all’area della stazione e ai dehors dei bar chiusi; tutti i giorni monitoriamo le tende e gli altri luoghi sensibili.

Proprio sabato notte abbiamo incontrato un giovane che dormiva davanti alla stazione, al freddo, e il nostro personale lo ha accolto e accompagnato direttamente alle tende (con branda, materasso, coperte, luce e stufetta). Le foto allegate riguardano quest’ultimo intervento.

Attualmente solo alcune persone dormono in auto, in furgone o camper. Lo storico Belga è dietro il Retail Park di Via Marengo, un signore usa occasionalmente lo spazio riparato del Bancomat delle Poste, in piazza della Libertà; nessuno, e ripetiamo, nessuno dorme stabilmente sui marciapiedi, sotto ai portici, negli androni dei palazzi, sulle panchine della città.

È la prima volta e il primo anno che rileviamo questo dato, e le tende della Protezione Civile utilizzate per il Covid-19 ci hanno permesso di “alleggerire” il fenomeno in città e di avere un luogo fisico dove monitorare quotidianamente le persone senza dimora (sintomi, temperatura, problemi fisici, necessità, diagnosi psicosociale): è grazie a questo monitoraggio che dopo Capodanno abbiamo potuto rilevare i rischi reali per l’anziano signore Belga, prima accolto in abitazione e poi accompagnato a Waterloo con il supporto e i ringraziamenti dell’Ambasciata.

È grazie a questo monitoraggio che un mese fa ci siamo resi conto del rapido peggioramento delle condizioni del Sig. Lodi che alla fine, dopo insistenze, siamo riusciti a ricoverare all’Ospedale Civile mantenendo una comunicazione costante con il reparto di Medicina Interna (e fornendo loro ciò che serviva in termini di informazioni mediche pregresse, materiale d’igiene e abbigliamento intimo per stare in reparto).

È grazie a questo lavoro che abbiamo allertato l’ASL di Alessandria quando ci siamo resi conto della presenza di una donna, paziente psichiatrica grave, con la quale abbiamo effettuato infine un ASO supportando l’ottimo intervento della Polizia Municipale (davvero meritano i complimenti per come hanno agito, l’agente scelto Di Gregorio e tutti i suoi colleghi).

Ed è grazie all’intervento dell’assessore Ciccaglioni e della Prefettura se oggi abbiamo le tende (per l’emergenza) e riusciamo a fare un po’ più di pressione sui Servizi Territoriali di Psichiatria, fino a ieri particolarmente respingenti ad ogni richiesta.

Le scrivo quindi per ringraziarla, e con lei l’assessore Ciccaglioni, per averci consentito di sperimentare e lavorare con una squadra allargata, efficiente, vicina alle persone, realizzando ad Alessandria un modello di intervento che consente alla nostra piccola cittadina di non avere nessunoche dorme in strada in inverno e contemporaneamente di garantire accoglienza e monitoraggio di tutte le persone senza dimora: molte città come la nostra non hanno queste attenzioni e questa possibilità.

Alcuni pensano di risolvere il problema allontanando le persone senza dimora dai loro luoghi abituali senza chiedersi poi queste dove vanno a posizionarsi, creando fenomeni di nomadismo urbano (Torino ne è stata un pessimo esempio pochi giorni fa, registrando poi due decessi in strada, a causa del gelo).

Orgogliosi di far parte di questa città volevamo condividere con lei e il nostro assessore Ciccaglioni il piacere di poter essere davvero utili, sapendo che se qualche cittadino vive in strada non è dimenticato o rimosso dai suoi diritti elementari (salute e sicurezza sociale) e che la collaborazione con comune, Cissaca, Caritas, Opere Giustizia e Carità, Serd e dell’ASL, ci fa sentire parte di una progettualità più ampia e che fa la differenza.

LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE PIERVITTORIO CICCAGLIONI

“A margine della bella lettera inviata all’amministrazione da Fabio Scaltritti, vorrei esprimere alcune considerazioni. In primis, sottolineo la soddisfazione mia e di tutta l’amministrazione che in città non ci siano persone senza fissa dimora che dormono per strada. Oltre le tende, con la cooperativa Social Domus, assistiamo circa dodici persone in strutture murarie con la possibilità di poter scegliere dove dimorare. Ringrazio i medici dell’ASL di Alessandria del reparto psichiatrico che hanno collaborato e accolto per la prima volta persone senza fissa dimora dando loro un aiuto importante. Sono orgoglioso dei numerosi risultati ottenuti e continueremo, con lo stesso impegno e determinazione, al benessere e all’accoglienza delle persone più fragili”.

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