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Cultura

Torino diventa “città dei diritti”

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La Città di Torino, Amnesty International Italia, Cifa Onlus, HREYN e Cooperativa DOC hanno presentato questa mattina – nel corso di una conferenza stampa congiunta – il lancio della nuova progettualità di gestione di Open011, il protocollo JHREP (Joint Human Rights Education Program) e il progetto Torino Shelter City. Si tratta di tre progettualità sviluppate grazie alla sinergia fra istituzioni e società civile che consolidano il ruolo dell’educazione ai diritti umani, in particolare per i giovani attivisti e le giovani attiviste; che rafforzano la cooperazione con le associazioni internazionali e del territorio sul tema dei diritti; e che offrono uno spazio sicuro per attivisti e attiviste da tutto il mondo.

In occasione del 10 dicembre, la Giornata internazionale per i Diritti Umani, Torino diventa Capitale dei Diritti.

Tre progetti, il coronamento del lavoro fatto in questi ultimi tre anni e mezzo di mandato dell’Assessore Marco Giusta: Torino è Capitale dei Diritti, Torino potrà assicurare a tutti e tutte una crescita sostenibile, duratura e garantita anche grazie a queste politiche e a questi risultati. 

“Qui mettiamo un punto al lavoro di tre anni e mezzo: Torino è davvero diventata la Capitale dei Diritti – ha affermato l’assessore ai Diritti Marco Giusta -. Le conoscenze sono fuori dal Palazzo, costruire ponti e collaborazioni con chi lavora ogni giorno sul tema è stato fondamentale. Servivano spazi di codecisione amministrativi e li abbiamo creati al fine di lanciare programmazioni concrete e permanenti per la Città di Torino” e continua ” una città sui diritti non deve essere arroccata, deve passare all’attacco. Attacco non violento, ma strategico: serve una strategia per aggredire il fenomeno di violenza di genere, l’antisemitismo, il razzismo, il fascismo. La nostra strategia è sempre la stessa: serve diffondere valori e temi nella cittadinanza. Una città dei diritti, per me, è una città in cui le persone scelgono di venire a vivere e in cui scelgono di rimanere. In cui i e le giovani mettono alla prova i propri talenti e ambizioni. In cui ogni persona ha la possibilità di lavorare e il diritto di sentirsi a casa. In cui tutti i quartieri beneficiano di nuove opportunità e si sviluppano.”

Da luglio di quest’anno, infatti, è in essere una nuova convenzione ventennale per la gestione di Open 011, la Casa della Mobilità Giovanile e dell’Intercultura del Comune di Torino. Nato nel 2006 durante le Olimpiadi Invernali, Open011 è diventato un polo per la mobilità internazionale, gli scambi giovanili e i progetti interculturali. Da quest’anno Open011 punta a diventare un Training Centre di livello internazionale: è previsto un ulteriore innalzamento degli standard qualitativi e l’introduzione di tariffe calmierate riservate a progetti sostenuti dalla Città o finanziati dal programma “Erasmus plus” e dal Consiglio d’Europa. In quest’ottica di crescita e di attenzione alla formazione ai diritti umani, è stata avviata l’interlocuzione per l’ottenimento della certificazione Quality Label del Consiglio d’Europa.

Open011 sarà la sede operativa di JHREP, il Programma di Educazione ai Diritti Umani che Amnesty International Italia, CIFA Onlus e la rete internazionale HREYN intendono sviluppare per promuovere l’organizzazione di momenti formativi, training e study session nazionali e internazionali sul territorio torinese. Il Programma vede la Città di Torino come osservatore permanente e coinvolgerà le strutture e le realtà che fanno capo all’area delle Politiche giovanili – Open011 e i Centri di Protagonismo Giovanile in primis.

Terzo pilastro di questa giornata sono le Shelter Cities: cioè città disponibili a offrire rifugio temporaneo (dai tre ai 12 mesi) ad attivisti e attiviste dei diritti umani seriamente sotto minaccia a causa del loro operato. Si tratta di un programma di ospitalità che Amnesty International ha già sperimentato in alcuni paesi europei e che verrà avviato a Torino, per la prima volta in Italia. Il progetto  si ispira a buone pratiche internazionali ed è stato strutturato per innestarsi all’interno del territorio torinese con le sue specificità.

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