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Scuola e Università

Scuola, Piemonte: è scontro per la misurazione della febbre

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Clima infuocato a pochi giorni dalla ripresa dell’anno scolastico, che riapre i battenti dopo 6 mesi (anche se alcune regioni hanno deciso di aspettare ancora) e che punta ad un nuovo inizio in piena sicurezza.

L’impegno è stratificato e la sfida non semplice, considerato che i contagi continuano a salire e che in molte scuole si è ancora in fase di allestimento classi.

Va da sé che l’incognita del virus e della sua potenziale e futura propagazione ha fatto salire i nervi a fior di pelle ad istituzioni, corpo docenti e famiglie: nessuno sa quale sarà l’andamento di questa patologia che i medici hanno imparato a riconoscere ma che è molto subdola e facilmente verrà confusa con la classica influenza di stagione.

È stato preparato un prontuario a livello nazionale, ma la patata bollente ricade di fatto sul “mondo scuola” e su quell’autonomia che ora genera tensioni e preoccupazioni. E non è solo questione degli 11 milioni di mascherine in aula al giorno promesse dal governo e che, secondo quanto confermato dal presidente nazionale dell’associazione presidi ancora latiterebbero: il problema di fondo è la gestione di ogni singolo momento della giornata scolastica, in un contesto generale in cui mancherebbe – sempre secondo i dirigenti scolastici – una programmazione dall’alto.

Ora l’ultimo casus belli in ordine di tempo è la misurazione della febbre, che va misurata tassativamente e che vede la Regione Piemonte introdurre il cosiddetto “obbligo di verifica”: la raccomandazione alle scuole consiste infatti nella rilevazione della febbre e, dove non sia possibile, di verificare che lo faccia la famiglia. Se è vero quindi che la responsabilità della rilevazione è stata affidata dal governo alle singole famiglie a casa, il Piemonte ha però introdotto per gli istituti scolastici l’obbligo di verificarlo.

Da qui lo scontro con l’Ufficio scolastico regionale, che – nella persona del direttore generale Fabrizio Manca – ha definito l’iniziativa “tardiva e inappropriata”. Manca accusa la Regione di non avere fiducia e di non credere nelle famiglie, cui lo Stato ha affidato il compito di misurare la temperatura ai propri figli. “Il rischio – ha concluso – è che si crei confusione”.

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