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Religione

Alessandria: niente S. Sepolcro nella chiesa di San Giovannino

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ALESSANDRIA – In questo tempo di epidemia anche la Confraternita del SS. Crocifisso di S. Giovannino, come tutta la realtà della Chiesa, si adegua al rispetto delle norme emesse dalle Autorità sia Ecclesiastica sia dello Stato.

Pertanto, il cosiddetto “S. Sepolcro” che ogni anno allestisce nella Chiesa di S. Giovannino, e che viene visitato da centinaia di alessandrini, non verrà realizzato e non vi sarà alcuna celebrazione.

Dal XVIII secolo in poi era successo solo quando, nel 1859 nella Chiesa furono ospitati i soldati francesi impegnati nella II guerra di indipendenza e successivamente fu sistemato in essa un magazzino per la paglia. Fu poi riconciliata l’anno dopo il 7 gennaio, riprendendo così la normale officiatura continuata ininterrottamente fino a questo tempo di coronavirus.

Il “S. Sepolcro” fu allestito anche durante il tempo della I guerra mondiale e pure negli anni della II guerra mondiale quando le case confinanti con la Chiesa – e prospicienti la piazza Marconi – il 5 aprile 1945 (esattamente settantacinque anni fa’ come oggi) subirono un bombardamento ed il tetto dell’abside fu coinvolto nel conseguente incendio.

Ma la Confraternita non intende privare la nostra Comunità locale di questo significativo appuntamento con la sosta in preghiera, la statio, nella contemplazione di n. Signore Gesù Cristo Crocifisso e della sua Passione inscindibilmente unita alla sua luminosa Resurrezione. Se sarà possibile e secondo le indicazioni della stessa Autorità ecclesiastica, esso avrà luogo nel mese di settembre quando, rispettivamente il 14 ed il 15, la Chiesa festeggia l’Esaltazione della S. Croce e fa’ memoria della B. V. Maria Addolorata presso la Croce…Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimósa, dum pendebat fílius.

Di questo ci saranno poi al tempo opportuno le dovute comunicazioni.

Ha detto il Santo Padre Francesco: “Celebriamo in modo davvero insolito la Settimana Santa, che manifesta e riassume il messaggio del Vangelo, quello dell’amore di Dio senza limiti. E nel silenzio delle nostre città, risuonerà il Vangelo di Pasqua. Dice l’apostolo Paolo: «Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e resuscitato per loro» (2 Cor 5,15). In Gesù risorto, la vita ha vinto la morte. Questa fede pasquale nutre la nostra speranza. È la speranza di un tempo migliore, in cui essere migliori noi, finalmente liberati dal male e da questa pandemia. È una speranza: la speranza non delude; non è un’illusione, è una speranza”.

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