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Cronaca

Strage Quargnento: condanna di 4 anni per Vincenti e Patrucco

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AGGIORNAMENTO ORE 19 – LA SENTENZA

Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco sono stati condannati a 4 anni di reclusione ciascuno per i reati di lesioni personali, crollo doloso e truffa assicurativa, mentre sono stati assolti dall’accusa di calunnia.

AGGIORNAMENTO ORE 18

Gli avvocati Repetti e Spallasso hanno chiesto la derubricazione delle lesioni incolpose, l’assoluzione per il reato di calunnia e attualmente stanno discutendo la pena richiesta dal pm. Per quanto riguarda gli altri capi d’accusa, ossia il crollo doloso e la truffa assicurativa, invece, i legali hanno ammesso i fatti in quanto confessati dallo stesso Vincenti agli inquirenti alcuni giorni dopo la tragedia.

La sentenza è prevista dopo le 19.

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AGGIORNAMENTO ORE 17.15

Caterina Brambilla, avvocato difensore della Patrucco, ha chiesto l’assoluzione della sua assistita per non aver commesso il fatto. Brambilla ha quindi incentrato la sua requisitoria sulla estraneità della donna.

Lorenzo Repetti, legale di Vincenti, sta invece puntando sull’atteggiamento psicologico dell’imputato nel cercare di eliminare il dolo. È inconfutabile, a dire di Repetti, che lui abbia inscenato il tutto con la volontarietà di incendiare la casa per riscuotere i soldi dell’assicurazione, ma senza la volontà di uccidere delle persone.

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AGGIORNAMENTO ORE 15

Chiesta una condanna di 12 anni per Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco.

Il procuratore Cieri ne aveva chiesti 18, che per effetto del rito abbreviato diventano 12.

La sentenza è attesa nel corso del pomeriggio.

Vincenti ha parlato e ha chiesto scusa ai famigliari delle vittime.

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ALESSANDRIA – Lui con una polo grigia, mascherina in volto, jeans e uno sguardo perso nel vuoto, lei pantaloni neri, maglietta fucsia con gli strass a giro collo, occhiali neri da vista e mascherina a coprirle una parte del viso. Si sono presentati così questa mattina in tribunale ad Alessandria Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco per la prima udienza del processo in abbreviato che li vede coimputati di lesioni personali, crollo doloso, truffa assicurativa e calunnia.

Nessun parente delle vittime era presente.

I fatti sono quelli inerenti alla strage di Quargnento, dove lo scorso 9 novembre morirono tre vigili del fuoco del comando provinciale di Alessandria. Del loro decesso e quindi dell’altra accusa, la più pesante a cui dovrà rispondere la coppia, se ne parlerà l’11 settembre, quando in Corte d’Assise, i due saranno processati per omicidio volontario plurimo.

Nel corso dell’udienza di stamane, i difensori di Vincenti, Lorenzo Repetti e Vittorio Spallasso hanno chiesto la perizia psichiatrica per il loro assistito, rigettata dal gup Paolo Bargero, davanti al quale si svolge l’abbreviato.

La parola è poi passata ad Enrico Cieri, il procuratore capo che ha condotto minuziosamente le indagini e che ha ripercorso passo passo le tappe indiziarie che lo hanno portato a stringere le manette attorno ai polsi dei due, corresponsabili, a suo dire, della strage.

Dopo di lui hanno preso la parola i difensori della Patrucco, in carcere dal 24 giugno dopo essere rimasta a piede libero, seppur indagata per gli stessi reati del marito.

Caterina Brambilla e Federico Di Blasi hanno cercato di sminuire la posizione della loro assistita, addossando di fatto le responsabilità nei confronti di Vincenti, il quale subito dopo la strage, al culmine di un estenuante interrogatorio, aveva confessato, prendendosi le colpe di quanto era successo.

Ma il procuratore Cieri è sempre stato di diverso avviso, in quanto elementi oggettivi indicherebbero che i due agirono insieme.

Secondo l’accusa infatti, le ulteriori indagini condotte dagli inquirenti avrebbero infatti consentito di accertare come il movente fosse riconducibile all’intenzione da parte di entrambi i coniugi di truffare l’assicurazione mediante la sottoscrizione, da parte di Antonella Patrucco, di una polizza assicurativa che  prevedeva  la copertura degli immobili presenti nella loro proprietà di Quargnento per “…i danni materiali e diretti da incendi, esplosioni e scoppio causati per dolo da terzi…”, la cui sottoscrizione era stata fatta pochi giorni dopo il fallimento dell’ennesima trattativa per la vendita della proprietà.

E poi ancora che l’acquisto di alcune delle bombole di gas utilizzate per causare l’esplosione, fosse stato effettuato alla presenza di entrambi i coniugi; che il taglio delle grate per simulare un’effrazione e le operazioni di posizionamento delle bombole e di tutto il dispositivo necessario per causare l’esplosione fossero stati effettuati dall’uomo con la presenza sul posto anche della moglie e infine, che la sera della tragedia, anche la Patrucco era stata messa a conoscenza della prima deflagrazione e della presenza a Quargnento di Vigili del Fuoco e Carabinieri e così come il marito non aveva fatto nulla per avvertire i soccorritori del gravissimo e imminente rischio per la loro incolumità.

Poco prima dell’inizio del processo, l’avvocato Brambilla, rivolgendosi alle parti civili presenti in aula, ha chiesto il loro allontanamento, in quando non direttamente coinvolti dall’udienza, ma il gup Bargero non si è pronunciato, per cui nessuno ha lasciato l’aula A nel primo piano, dove si sta dibattendo uno dei processi più attesi e drammatici dell’anno.

Il processo è stato attualmente sospeso in quanto, dopo oltre due ore di udienza, Vincenti ha comunicato al giudice Bargero di non sentire.

Verrà quindi fatta una perizia da parte di un sanitario per constatare il suo stato di salute e verrà interpellato anche il carcere di Ivrea dove l’uomo era detenuto per capire se fossero capitati episodi simili.

Una volta verificate come idonee le sue condizioni di salute, il processo è poi ripreso.

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