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Cronaca

Rsa Piemonte: ancora dubbi sulla riapertura di lunedì

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Sembra una storia ancora da scrivere quella della riapertura delle Rsa, presenti in Piemonte con 730 strutture tra pubbliche e private, al cui interno si trovano ancora malati Covid.

L’allarme arriva dritto al cuore di chi, all’interno di questo mondo, ci vive e ci lavora, ma anche di chi, dopo più di tre mesi, ha un bisogno fisico, ancor più che sentimentale, di rivedere i propri cari. Tanti sono vittime inconsapevoli di una pandemia senza precedenti, che ha sradicato quelle radici che soprattutto per i malati di Alzheimer, hanno avuto il lacerante sapore dell’abbandono.

In queste ore i gestori di tutte le strutture piemontesi stanno vagliando il nuovo protocollo varato dalla Regione, attualmente in attesa di una sua approvazione, in vista della riapertura dei cancelli, programmata per lunedì.

Ma i nodi da sciogliere sono moltissimi, in primis perché non tutte le case di riposo possono garantire quel distanziamento sociale, dal quale non può prescindere la fragilità che occupa ogni stanza delle Rsa e poi perché la precaria situazione finanziaria nella quale è piombato il comparto, necessita di aiuti concreti per evitarne il collasso.

Ieri, giovedì 11 giugno, i sindacati hanno incontrato l’assessore alle politiche sociali, Chiara Caucino, lamentando di non essere stati coinvolti nella stesura del protocollo che detta le nuove regole per la riapertura, in merito soprattutto alla situazione lavorativa degli addetti, dopo il blocco di nuovi ricoveri, imposto dal lockdown.

Una circostanza per niente marginale, in quanto solo ad Alessandria ci sono 500 letti disponibili che attendono di essere occupati, a fronte di spese correnti che gravano pesantemente sui bilanci delle strutture, molte delle quali stanno rischiando il default.

E poi ci sono loro, la parte più fragile di tutta questa vicenda, ovvero gli ospiti, che si sono visti strappare il conforto dei propri cari per un periodo che alla loro età equivale a smarrimento, tristezza e deperimento. Lo sanno bene i parenti, che da dietro i cancelli, ieri hanno potuto rivedere i loro parenti in alcune delle case di riposo del territorio, nell’attesa di poter riavere quel contatto fisico che per chi è costretto a vivere lontano da casa, significa anche sopravvivenza.

Se non ci saranno intoppi, da lunedì si riaprirà un nuovo capitolo per le Rsa, con visite distanziate, laddove si può anche nei giardini delle strutture, tamponi per chi otterrà il permesso di uscire, isolamenti e triage telefonico per i visitatori, il tutto nell’attesa di un piano economico che tuteli il futuro sia lavorativo che esistenziale del comparto

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