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Cronaca

Quasi un anno dalla tragedia del Mottarone: Eitan e la sua sfida più grande

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C’è un’indagine aperta – quella della tragedia della funivia del Mottarone, dove lo scorso 23 maggio, persero la vita 14 persone – e c’è un bambino di 6 anni – Eitan – che è l’unico sopravvissuto di un film dell’orrore vissuto un anno fa insieme ai suoi familiari: là, davanti all’incantevole vista del lago Maggiore, nel giro di pochi secondi il destino si è portato via i suoi genitori, il fratellino ed i bisnonni.

Quella maledetta fune che si è spezzata e che ha causato la caduta di una delle cabine in transito, è ora al centro di un’inchiesta che vede 12 persone e due società indagate. Intanto il piccolo Eitan, che vive in un paesino in provincia di Pavia con la zia Aya Biran, sorella del papà, nominata sua tutrice cerca, faticosamente, di elaborare un lutto immenso, incupito ancor di più da lunghi mesi di battaglia per la custodia legale tra la zia paterna e il ramo materno, che abita in Israele e che, dopo un rocambolesco rapimento da parte del nonno Shmuel Peleg, nel settembre 2021, ora rincara la dose pretendendo che Eitan cresca con una cultura ebraica e non cattolica.

Intanto, mentre le indagini proseguono e si avvicina il dibattimento in tribunale, ieri si è svolto il primo convegno in cui si è parlato del futuro della funivia Stresa-Mottarone, mentre a pochi chilometri di distanza c’è un bambino che sta affrontando la sfida più grande: crescere colmando un vuoto assordante e ritrovare un senso in questa vita, soprattutto grazie alla forza che troverà in se stesso e in chi saprà stargli accanto amandolo e non “pretendendolo”, in modo esclusivo e a tutti i costi.

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