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Cronaca

Processo Eternit bis: Schmidheiny condannato a 12 anni per omicidio colposo

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AGGIORNAMENTO ORE 19.00

Dopo oltre sei ore di Camera di Consiglio, la Corte d’Assise di Novara è rientrata in aula per la lettura della sentenza. Stephan Schmidheiny, il magnate svizzero accusato della morte di 392 persone d’amianto, è stato condannato a 12 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato, a cui si aggiunge la pena accessoria di 5 anni di interdizione ai pubblici uffici. 

La Corte ha inoltre stabilito un risarcimento di 50 milioni di euro al Comune di Casale Monferrato, e di 500 mila euro ad Afeva, l’associazione dei familiari delle vittime di amianto.

“Finalmente accanto al nome di Stephen Schmidheiny è comparsa la parola colpevole. Egli è quindi riconosciuto oggi come criminale colpevole di omicidio colposo aggravato ed è stato condannato a risarcire lo Stato con 30 milioni di euro, la città di Casale Monferrato con 50 milioni, le organizzazioni sindacali, le associazioni e le famiglie delle vittime”. – commenta il sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi.

Sicuramente la condanna a 12 anni di carcere non soddisfa a pieno la sete di giustizia di un territorio e di una comunità che dopo anni continua a soffrire a causa delle conseguenze di quelle azioni commesse da chi ha anche avuto la responsabilità di fuggire da Casale abbandonando uno stabilimento nel territorio cittadino che era una vera e propria bomba nociva per la salute. – aggiunge Riboldi – La Città di Casale Monferrato guarda avanti e proseguirà il percorso già ben avviato delle bonifiche e per la costituzione della prima IRCCS pubblica piemontese che si occuperà anche di patologia ambientali, per garantire un futuro di ricerca e cura e rendere Casale la prima città Zero Amianto del mondo”.

Così il circolo del Partito Democratico di Casale Monferrato ha commentato la sentenza: “È una sentenza tra il chiaro e lo scuro. Essendo stato declassato il reato da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo aggravato, c’è un lato positivo: vale a dire una condanna significativa a 12 anni per la maggioranza delle parti lese. Questa sentenza ha dato un segnale più equo al danno attraverso i risarcimenti provvisionali più consistenti a tutte le parti. Incombe, tuttavia, la prescrizione. Questa sentenza reggerà sino alla Cassazione?
Il potere legislativo deve mettere in atto le misure necessarie per evitare che tragedie di questo tipo con tante vittime vedano intervenire la prescrizione e quindi dichiarare il fallimento della giustizia stessa e la beffa per tutte le vittime.
Oggi abbiamo fatto una buona tappa, speriamo di arrivare in cima alla montagna! Il Partito Democratico di Casale Monferrato sarà sempre a fianco della Società Civile e sosterrà in ogni sede la giusta causa delle Vittime dell’amianto perché la Giustizia faccia il suo corso, sino in fondo”.


NOVARA- Ricordiamo che l’imprenditore gestì l’Eternit di Casale tra il 1976 e il 1986 e che è già stato condannato a 3 anni e mezzo a Napoli e a un anno e otto mesi a Torino.

Foto di repertorio

E’ ancora in camera di consiglio la corte che deve stabilire le sorti di Stephan Schmidheiny, il magnate svizzero accusato della morte di 392 persone d’amianto.

Sono queste ore di grande attesa per i familiari delle vittime e per gli avvocati di parte civile che da questa mattina a Novara stanno seguendo le ultime fasi di un processo, ribattezzato “Eternit bis”, per il quale il pubblico ministero ha chiesto l’ergastolo per lo svizzero, che invece, a nome degli avvocati Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva, si è dichiarato innocente.

Dure invece le parole di Colace nella sua arringa finale. “Schmidheiny sapeva che l’amianto uccide e invece ha continuato nella sua condotta”.

Due anni ci sono voluti per arrivare alla giornata di oggi. Ricordiamo che l’imprenditore gestì l’Eternit di Casale tra il 1976 e il 1986 e che è già stato condannato a 3 anni e mezzo a Napoli e a un anno e otto mesi a Torino.

Questa mattina davanti all’Afeva di Casale Monferrato, l’associazione dei familiari delle vittime di amianto è partito un pullman di cittadini che sta partecipando all’udienza numero 42 dell’Eternit bis.

La sentenza è attesa nell’aula magna dell’università di Novara. Delle 392 vittime, solo 62 erano ex lavoratori della fabbrica; tutti gli altri erano cittadini comuni

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