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Cronaca

Pioggia di assoluzioni nel processo Alchemia

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PALMI – Pioggia di assoluzioni nel processo Alchemia, che si è svolto nell’aula bunker del tribunale di Palmi e che doveva dimostrare la ramificazione di storiche ‘ndrine calabresi nel nord Italia e soprattutto in Liguria e Piemonte. Tra gli indagati, anche due alessandrini, condannati per associazione a delinquere, ma non di stampo mafioso.

E’ terminato con 10 condanne e 22 assoluzioni il processo di primo grado che si è svolto con rito ordinario nell’aula bunker del tribunale di Palmi, scaturito dall’operazione Alchemia condotta dalla Polizia di Stato e dalla Dia e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che nel luglio del 2016, portò all’esecuzione di 42 misure cautelari, di cui 34 in carcere, a carico di altrettanti presunti affiliati alle ‘nrdine calabresi Raso-Gullace-Albanese e Gogliostro Parrello, indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiose, corruzione, intestazione fittizia di beni e società.

Il processo, doveva accertare le ramificazioni delle cosche nel nord Italia, interessate a diversi settori strategici soprattutto della Liguria, in modo particolare per il movimento terra, l’import export, l’edilizia, la lavorazione dei marmi, autostrada, porti, smaltimento e trasporti rifiuti speciali e non ultimo le scommesse on line.

Le misure cautelari erano state emesse, oltre che in Liguria, anche in Calabria, Lazio e in Piemonte, dove in manette finirono gli imprenditori Orlando Sofio di Novi Ligure e Marianna Grutteria, di Serravalle Scrivia, sempre in provincia di Alessandria, condannati rispettivamente a cinque anni e tre mesi e a tre anni per associazione a delinquere, ma non di stampo mafioso.

I due secondo l’accusa, che aveva chiesto 15 anni per Sofio e 12 per la Grutteria e secondo la direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, erano considerati i referenti del nord Ovest delle due cosche. In particolare Sofio fungeva da accompagnatore del boss Carmelo Gullace detto Nino, condannato a 18 anni di carcere e gestore di imprese riconducibili al sodalizio criminoso, tra le quali anche la Euroservizi di Serravalle Scrivia, confiscata dalla magistratura insieme ai conti correnti, nella quale la Grutteria figurava come titolare fittizia. La ditta, nel 2012 ottenne un appalto, poi revocato,  nei cantieri del terzo Valico. Sofio, sempre secondo le indagini, si destreggiava poi tra edilizia e figure politiche tra Novi Ligure, Tortona e Serravalle Scrivia, sempre con l’intento di poter strappare appalti.

Di parere diverso sono invece stati i giudici calabresi, che, sotto una pioggia di assoluzioni,  alla fine hanno condannato i due si per associazione a delinquere, ma hanno escluso la loro affiliazione alle storiche ‘ndrine che, secondo invece la Procura, dalla piana di Gioia Tauro, avevano intessuto rapporti e connivenze sia in Liguria che nel nord Italia.

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