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Cronaca

Piemonte, ritiro farmaci con tessera sanitaria: “Dalla Regione indicazioni lacunose”

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PIEMONTE – La nuova modalità di ritiro dei farmaci in farmacia con la sola tessera sanitaria, scattata lo scorso 26 gennaio in Piemonte, sta mettendo in difficoltà utenti e farmacisti. La Federfarma Piemonte ha quindi inviato una circolare per chiarire quali sono stati i problemi, che condividiamo qui di seguito.

Falsa partenza, in Piemonte, per la spedizione in farmacia delle ricette tramite Fascicolo sanitario elettronico (Fse). La novità, che permette agli assistiti di ricevere i farmaci prescritti dal medico con la sola tessera sanitaria (più lo smartphone, nel caso), è scattata il 26 gennaio scorso, ma l’inesperienza per procedure del tutto nuove e una certa approssimazione nei comunicati diffusi dalla Regione hanno messo per qualche giorno in seria difficoltà farmacie e utenti.

Va detto che il sistema ideato dall’amministrazione piemontese non è dei più intuitivi. Per esempio, non agevola la distinzione tra farmacie “abituali” e “occasionali”: nelle prime l’assistito può ottenere i farmaci prescritti con la semplice tessera sanitaria, nelle altre invece occorre usarla assieme allo smartphone.

L’obiettivo è quello di evitare che qualche farmacia “furbetta” adeschi i clienti di cui possiede il codice fiscale (com’è accaduto in passato in altre regioni) ma il sistema adottato per prevenire tali aggiramenti comporta qualche complicazione. Per cominciare, gli assistiti devono raggiungere il sito dell’assessorato, salutepiemonte.it, e selezionare le farmacie “abituali” (quante desidera) indicando nome o indirizzo, oppure rintracciandole sulla mappa. Completata la procedura, in queste farmacie potrà ritirare i farmaci prescritti dal medico soltanto con la propria tessera sanitaria.

In tutte le altre farmacie, ossia le “occasionali”, l’assistito può avere i farmaci soltanto se si presenta con la tessera sanitaria e in più lo smartphone. Da quest’ultimo si collega al sito salutepiemonte.it e certifica il cellulare tramite Spid/Cie (operazione da effettuare soltanto la prima volta), quindi presenta la tessera sanitaria al farmacista che tramite Fse invia un codice al suo telefonino.

E qui è dove – nei primi giorni dopo il via – si sono impiantati in molti. In tutte le sue comunicazioni, infatti, la Regione ha omesso di precisare che per completare questa fase occorre prima che il paziente installi un piccolo applicativo, che sul sito dell’assessorato si rintraccia soltanto a fatica e che non si riesce a reperire né su Apple né su Google.

Attraverso questa sorta di app il destinatario riceve il codice Otp (One time password) da dare al farmacista perché acceda alla sua ricetta, ma nessuno lo sapeva e così nei giorni passati parecchi farmacisti si sono ritrovati con i clienti fermi al banco ad attendere che arrivasse il codice (irricevibile senza l’app).

I disagi sono arrivati sino in Consiglio regionale, dove le opposizioni hanno fatto le loro rimostranze, poi Federfarma Piemonte e uffici regionali si sono chiariti e hanno capito dov’era il problema. Ora le farmacie – che comunque dovranno continuare a stampare le ricette per apporre le fustelle – stanno fornendo ai loro clienti le corrette indicazioni e la Regione probabilmente diramerà le sue precisazioni. Intanto, come riferisce a FPress il presidente regionale del sindacato titolari, Massimo Mana, le farmacie che hanno aderito al servizio di spedizione delle ricette tramite Fse sono ormai un migliaio (su oltre 1.600) e continuano a crescere.

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