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Cronaca

Piemonte: mascherina obbligatoria anche all’aperto?

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La movida dello scorso weekend soprattutto a Torino e gli assembramenti in piazza Vittorio dell’altro giorno, al passaggio delle frecce tricolori hanno nuovamente fatto scattare il semaforo rosso in Piemonte e, dopo l’incontro di ieri con il prefetto Claudio Palomba, il governatore Alberto Cirio potrebbe decidere l’obbligo della mascherina anche nei luoghi aperti. Un provvedimento che potrebbe scattare nelle prossime ore e che sarà esteso sino al 2 giugno.

Il timore più grande è che dopo un primo weekend post lockdown non del tutto positivo, specie dopo le ore 23, quando gli assembramenti hanno fatto rizzare i capelli anche della sindaca Chiara Appendino, il prossimo e poi il ponte del 2 giugno, possano far schizzare nuovamente i  numeri dei contagi.

Un’ipotesi quanto mai possibile, visto che già ieri, i nuovi positivi sono risultati 86, ovvero il doppio rispetto al giorno precedente, nonostante il numero dei ricoveri in terapia intensiva siano calati di due unità.

Una via che pare obbligata per gli amministratori pubblici che attendono il 3 giugno, quando si passerà alla fase tre, con l’apertura extraregionale, che a oggi lascia ancora incerti gli spostamenti tra piemontesi e lombardi.

Se Cirio oggi firmerà l’ordinanza, l’obbligo della mascherina all’aperto, scatterà non solo nelle aree limitrofe ai centri commerciali, ma ovunque non si possa mantenere quel distanziamento sociale che pregiudica quanto è stato fatto sino ad ora. Quindi in pratica, a meno che non si sia da soli in un campo o in una via del tutto deserta, nei centri abitati, non si potrà camminare a viso scoperto.

Al momento il dispositivo è già obbligatorio in Lombardia e in Veneto, ma il provvedimento potrebbe essere esteso anche in regioni come la Liguria, che sta attendendo i dati del ministero della salute previsti per venerdì, quando sarà chiaro il consueto monitoraggio settimanale dei 21 parametri di sicurezza che misurano l’andamento dell’epidemia.

L’ordinanza regionale sarà comunque al vaglio dei singoli sindaci del territorio, ai quali spetterà la competenza di bocciarla o di metterla in pratica per i propri cittadini.

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