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Cronaca

Pernigotti verso il salvataggio, dipendenti di nuovo in fabbrica

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NOVI LIGURE – Si avvicina la fumata bianca sulla vicenda Pernigotti. I dipendenti, la cui cassa integrazione è scaduta lo scorso 30 giugno, torneranno domani in fabbrica dalle 8 alle 16, impegnati nei lavori di pulizia della fabbrica di viale della Rimembranza che segneranno di fatto il via verso una ripartenza che dovrebbe poi concretizzarsi con la prossima ripresa della produzione.

Buone notizie in previsione dell’incontro fissato martedì al Ministero del Lavoro, con i sindacati che si dichiarano moderatamente ottimisti in vista dell’appuntamento e di come si sta sviluppando il percorso che dovrebbe portare l’attuale proprietà turca guidata dai fratelli Toksoz a cedere le proprie quote alla Lynstone, società che fa capo al colosso statunitense Jp Morgan e che ha già inglobato la Walcor di Cremona, con la quale la realtà dolciaria novese era già stata in trattativa un anno fa. Il cronoprogramma prevede, dopo la riunione di martedì, la cessione delle quote azionarie entro il 10 agosto fino alla definitiva chiusura delle trattative entro il 30 settembre.

“Il ritorno al lavoro dei dipendenti, che avvieranno inoltre un percorso di formazione, è una buona notizia in vista dell’incontro del 2 agosto – sottolineano Tiziano Crocco e Raffaele Benedetto, segretari provinciali rispettivamente di Uila Uil e Flai Cgil -. Questo significa che le interlocuzioni avute negli ultimi tempi stanno andando nella direzione sperata. Martedì capiremo davvero se stiamo andando verso la ripresa della produzione. Superato questo scoglio, potremo dire che la Pernigotti è davvero salva. Da parte nostra, abbiamo fatto di tutto per raggiungere questo risultato”.

Diventa ora importante ripartire il più in fretta possibile in modo da ritornare in pista in tempo per la stagione natalizia. “L’azienda si appoggerà ad altri per reperire materie prime, ma la cosa più importante è che il prodotto esca da Novi – proseguono -. L’eccezione saranno gli ovetti, che verranno realizzati dalla Walcor. Non siamo ancora a conoscenza dei volumi quantitativi, perché si tratta di dati per ora riservati. La priorità è che i turchi vadano via, perché sappiamo che con altri imprenditori, sicuramente più seri, si potrà ragionare su tante cose”.

Sono 56 i lavoratori, tra operai e impiegati, rimasti sotto contratto. L’obiettivo è quello di confermarli tutti. “La nostra speranza è quella di mantenere l’intero organico – concludono –. Credo che Jp Morgan e Walcor rappresentino la strada giusta per rilanciare lo stabilimento, che al momento è ancora privo di un reparto commerciale”. Non rimane quindi che attendere poche ore per la tanto agognata fumata bianca, che solo fino a poche settimane fa appariva come un miraggio e che porterebbe alla definitiva chiusura della disastrosa gestione Toksoz, caratterizzata da tante promesse annunciate solo sulla carta ma mai mantenute. Dell’ormai famoso piano industriale da oltre 4 milioni di euro sbandierato in passato non si è infatti visto quasi nulla. Un periodo nero, che a breve potrebbe rappresentare solamente un brutto ricordo.

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