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Cronaca

Novi Ligure: si alza la Tari, scontro sull’Imu

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NOVI LIGURE – Tari e Imu sono stati gli argomenti intorno a cui è ruotata la prima serata di discussione del Consiglio comunale di Novi Ligure tenutasi nella serata di giovedì 18 febbraio, e che proseguirà lunedì 22 febbraio con il tanto atteso voto al Bilancio di Previsione e la discussione degli emendamenti del DUP.

Nonostante entrambi gli ordini del giorno siamo stati approvati, questi non sono stati esenti da discussioni tra maggioranza e opposizione, in particolar modo da parte del gruppo consiliare Democratici per Novi.

In primis per il PEF, il piano economico finanziario definitivo per l’anno 2020 e iniziale 2021, e le tariffe Tari per l’anno 2021, delibera già bocciata a dicembre 2020 grazie anche ai voti contrari dei membri di Solo Novi.

Nonostante la soluzione trovata dalla giunta, su sollecitazione dell’opposizione, di ammortizzare l’aumento dei costi per l’anno 2020 con risorse di carico corrente del Comune, nel 2021 l’aliquota tornerà a regime, registrando un aumento per i cittadini del 30%.

Un aumento che a dire dei Democratici per Novi poteva essere evitato con una partenza più puntuale della raccolta porta-porta e il conseguente abbattimento dei costi grazie alla diminuzione di conferimenti in discarica.

“Ancora una volta con arroganza il centro destra novese ha deciso di mettere le mani delle tasche dei novesi, in una situazione gravissima per la città già provata dalla pandemia. Cabella e Delfino hanno riportato in consiglio e approvato quell’aumento della tassa rifiuti che solo pochi mesi era stato bloccato. – scrivono i Democratici per Novi in una nota stampa inviata il giorno seguente la seduta – Nella seduta di giovedì sera abbiamo presentato proposte che avrebbero permesso di evitare o rendere meno pesanti gli aumenti, ma ci siamo trovati davanti al muro di chi non vuole discutere e non vuole entrare nel merito dei problemi”.

I Dem hanno infatti esortato l’assessore Maurizio Delfino a valutare l’idea di un confronto con SRT che permetta di compiere un calcolo previsionale del prossimo conferimento in discarica, sulla base delle esperienze di altri comuni, che eviterebbe così di inserire nel Pef la voce del consolidato dell’anno scorso.

Voto contrario anche da parte della consigliera pentastellata Lucia Zippo, la quale ha nuovamente ricordato l’importanza di un monitoraggio dei costi da lei esortato da anni e ha rinnovato la sua contrarietà all’ipotesi di un termovalorizzatore, punto su cui si è espresso l’ex sindaco Rocchino Muliere: “Sappiamo che gli incontri stanno andando avanti, ma riteniamo che la questione vada discussa ufficialmente. Sappiamo che era nel programma elettorale della Lega ma perché adottare ad oggi una scelta del genera quando stiamo iniziando con la raccolta differenziata?”.

Disaccordi anche sulla manovra Imu, ideata con lo scopo di ridurre la pressione fiscale sulle attività novesi grazie ad una serie di sgravi e la riduzione di alcune aliquote nei confronti di alcune categorie, tra cui le nuove imprese e i professionisti e le start-up under 40.

Un obiettivo, quello di andare incontro alle attività economiche novesi, condiviso dall’intero consiglio comunale, ma che nello specifico di alcune misure ha incontrato i dubbi soprattutto dei Dem, i quali si sono astenuti a proposito.

In particolare, una delle misure principali – che comporta una diminuzione di 0,7% su 10,6% dell’Imu per i capannoni industriali e artigianali – non ha convinto i Dem perché sembrata “contraddittoria rispetto allo scopo”.

“La riduzione delle aliquote dell’Imu andranno per la metà nella tasche delle prime 5 aziende di Novi: per intenderci chiaramente, stanno riducendo le tasse a imprese come ex Ilva, Campari, Pernigotti. – spiegano i Democratici per Novi Soldi che non verranno reinvestiti sulla città. Questo non è il modo per aiutare il piccolo commercio. Abbiamo proposto di provare a percorre altre strade, ad esempio diminuendo la Tosap o la tassa sulla pubblicità ai commercianti, ma di nuovo non siamo stati ascoltati”.

Gli sgravi, infatti, comporteranno una mancanza di 200 mila euro nelle casse del Comune che, dal prossimo anno, verrebbe coperto grazie alla riduzione del personale comunale, con il pensionamento di tre dipendenti non rimpiazzati, e la possibile vendita di immobili, il cui ricavato andrebbe a saldare le rate dei mutui esistenti producendo risparmio di spese.

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