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Cronaca

Mons. Nosiglia: un momento comune di preghiera per affrontare insieme la pandemia

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La pandemia cattura in questo tempo tutta la nostra attenzione, come è normale che sia. Di fronte a questo gravissimo problema abbiamo bisogno di non spaventarci; abbiamo bisogno di riflettere; abbiamo bisogno, come credenti, di riportare i fatti e i nostri sentimenti in quello «spazio di verità» che è la preghiera.

Per questo chiedo ad ogni comunità delle diocesi di Torino e di Susa di prendere un impegno: ogni sabato alle 17.30, o comunque mezz’ora prima della Messa prefestiva, a cominciare dal prossimo 7 novembre fino alle feste di Natale, diamo vita a una catena di preghiera.

Nelle chiese come nelle case ci si potrà «ritrovare», sempre nel massimo rispetto delle norme di sicurezza, per recitare insieme il Rosario (che in molte parrocchie e santuari già di solito viene pregato proprio prima della Messa prefestiva del sabato). Saremo in sintonia, anche, con tutti quei luoghi e quelle persone che nella preghiera sono immersi, nei monasteri come nelle comunità di vita contemplativa.

Nella Messa prefestiva poi, come nelle Messe della domenica, avremo una speciale intenzione per questo scopo nella preghiera dei fedeli; e ermineremo la Messa con la preghiera «Dio Onnipotente ed eterno…» che a suo tempo abbiamo indicato come supplica da recitare.

Credo che il significato sia chiaro: si tratta di chiedere al Signore per intercessione della Madonna e di tutti i santi nostri protettori l’aiuto decisivo per affrontare il contagio e le sue conseguenze, che ci appaiono così devastanti non solo per chi è ammalato, ma per tutti i contesti vitali che nella pandemia vengono convolti. Penso alla solitudine degli ammalati negli ospedali e nelle case di riposo, agli anziani che vivono da soli, a quelle famiglie che si ritrovano isolate. Ma non siamo solamente in cerca di una «grazia». L’impegno della preghiera è un richiamo forte alla carità concreta, alla solidarietà con chi è più colpito. Per questo mi indirizzo in particolare ai giovani, perché siano presenti a questi momenti e perché trovino le forme più adatte per mettersi a servizio di chi ha più bisogno.

La preghiera, anche nel contesto della pandemia, è sempre occasione per una «lezione di vita». Nello stesso tempo voglio richiamare tutti a quei gesti concreti di solidarietà che già nella primavera scorsa ci hanno mostrato una società fondata sulla vicinanza, sull’ascolto, sulla prossimità.

Domenica 8 novembre si celebra in tutto il mondo la «Giornata dei poveri»: raccoglierci nella preghiera è il modo migliore per prepararci a scelte concrete di servizio e di solidarietà. «Costi quel che costi», abbiamo bisogno, nella pandemia più che in ogni altro momento, di sentirci vicini, uniti, solidali. Perché siamo sicuri di essere, come dice il Papa, «tutti fratelli».

L’arcivescovo avvierà questa catena di preghiera presiedendo sabato 7 novembre il Rosario e la Messa al santuario della Consolata, alle ore 17,30 e 18. La celebrazione sarà tramessa anche in streaming.

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