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Cronaca

Il Piemonte non vuole più accogliere migranti

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È scontro tra Regione Piemonte e governo sulla questione migranti. La situazione, precipitata nelle ultime ore con sbarchi sulle coste della Sicilia e della Sardegna e l’arresto di 19 nordafricani – tra gli 11 tunisini tornati a Lampedusa nonostante il decreto di espulsione e altri 8 rientrati in Italia nonostante i respingimenti – fa temere il collasso del sistema di accoglienza anche da parte del ministro degli Interni Luciana Lamorgese, che cerca collaborazione ma ha al tempo stesso definito inaccettabili questi arrivi continui.

La media è spaventosa: tra le 23 di martedì scorso e le 8 di ieri mattina, Lampedusa ha contato 23 sbarchi con 334 immigrati: un ritmo di due sbarchi e mezzo ogni ora. La popolazione teme un nuovo lockdown a causa di una possibile seconda ondata che potrebbe essere importata dall’estero e al nord – dal Friuli al Piemonte, passando anche per Toscana ed Emilia-Romagna, la presa di posizione è tranchant: il presidente del Piemonte Alberto Cirio non usa mezzi termini, affermando che “altri arrivi metterebbero a rischio la tenuta e la sicurezza del sistema sanitario e sociale”. Nelle ultime 24 ore 156 nuovi ingressi tra Torino e gli altri centri di accoglienza. “Basta al trasferimento di migranti da oggi in poi – ha sentenziato l’assessore alla Sicurezza piemontese Fabrizio Ricca, ha anche chiesto oggi “un incontro al Prefetto per ribadire la posizione di palazzo Lascaris”. “Il nostro territorio, anche in passato, ha già contribuito a sufficienza su questo tema. Ora è necessario invertire la rotta”, ha concluso. Intanto dal Viminale fanno sapere che dal 16 luglio scorso sono ripresi i rimpatri settimanali, con l’obiettivo di aumentarli, anche con contingenti straordinari. Ma il flusso migratorio verso l’Italia è imponente e servirebbe un nuovo accordo con Tunisi, che però al momento non ha un Governo in carica con cui definire l’intesa.

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