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Cronaca

Manifestazioni di piazza: le due facce della protesta

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Ci sono proteste di piazza dove si manifesta il sacrosanto diritto alla libertà a manifestare la propria opinione, dove si chiede – in silenzio o con slogan composti ma non per questo meno incisivi – di poter lavorare, di non essere lasciati a terra, com’è successo ieri, mercoledì 28 ottobre, durante la manifestazione nazionale del mondo della ristorazione organizzato in 24 città dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi.

E ci sono proteste di piazza dove la rivendicazione dei propri diritti non interessa affatto, ma si rompono equilibri, si acuiscono tensioni sociali e si innesca un vortice di violenza che atterrisce e fa paura. Sono stati gli stessi ristoratori a dissociarsi, fin da subito, da ogni forma di devastazione che ha travolto Torino, Milano, Roma e altre piazze italiane.

Quella di Alessandria, che ieri mattina ha riunito 150 imprenditori della ristorazione e ne ha visti 80 sedersi per terra accanto ai coperti apparecchiati con tovaglie e stoviglie sul selciato con la vicinanza anche di altri titolari di pubblici esercizi e delle autorità del territorio, è stata l’esempio della normalità, di come ci si deve comportare – in modo ordinato e rispettoso dei beni e delle vite altrui -, pur in una situazione drammatica che, nel comparto della ristorazione mette a rischio il futuro di 3.000 imprese in provincia.

La manifestazione ha osservato diversi minuti di silenzio, interrotti da due momenti simbolici molto forti: l’esecuzione dell’Inno del Silenzio e dell’Inno di Mameli a chiusura della manifestazione, terminata la quale una delegazione composta dal Presidente Confcommercio Alessandria Vittorio Ferrari e dal Presidente del Sindacato italiano locali da ballo Fipe Mike Patitucci è stata ricevuta dal prefetto Iginio Olita per evidenziare le forti criticità del settore e le richieste degli imprenditori al governo.

“Il rigore e la disciplina con cui si è svolta la manifestazione – hanno dichiarato il Presidente ed il Direttore Ascom Confcommercio della Provincia di Alessandria Vittorio Ferrari ed Alice Pedrazzisono la dimostrazione che i nostri imprenditori sono capaci di rispettare le regole e agire in sicurezza, esattamente come fanno ogni giorno nei propri locali, in maniera ancora più stringente da quando la pandemia da Coronavirus è iniziata”.

Poche ore fa è stato pubblicato in Gazzetta il decreto Ristori, in vigore quindi da oggi. “La sfida è aperta, perché – dicono i ristoratori – se non arriveranno aiuti concreti e immediati, le ulteriori restrizioni contenute nell’ultimo DPCM rischiano di essere il colpo di grazia per il settore dei pubblici esercizi. Infatti, secondo le stime, a fine anno il comparto rischia di perdere, a livello nazionale, 50.000 aziende con ben 300.000 posti di lavoro in bilico”.

La stessa piazza della Libertà ieri sera ha accolto, tra non pochi timori da parte delle forze dell’Ordine, un’altra mobilitazione, spontanea e non autorizzata, che ha preso il via alle 20.30 per concludersi nel rispetto del coprifuoco e soprattutto senza degenerare in atti di vandalismo. Sono volati in compenso cori da stadio e insulti pesanti nei confronti della politica locale e di chi è al governo. C’era tanta gente comune, arrivata anche da fuori città, esasperata da sacrifici che stanno portando allo stremo la psiche ed il portafoglio. Manifestazione con tensioni, ieri, anche nella centrale piazza De Ferrari a Genova, conclusasi fortunatamente senza danneggiamenti, ma con alcune falle: la prima parte si è svolta senza incidenti, con i 500 partecipanti quasi tutti con la mascherina, ma le distanze non erano proprio rispettate.

Tra l’altro in Liguria per frenare il Covid sono vietate le manifestazioni. A maggior ragione il sindaco Bucci ha chiesto alle forze dell’Ordine di intervenire. La tensione è poi salita quando ultras di Genoa e Sampdoria sono arrivati in piazza, organizzando un corteo, accendendo fumogeni e lanciando un petardo verso un blindato e bottiglie contro i poliziotti. I facinorosi si sono dispersi nei vicoli intorno a piazza delle Erbe anche per effetto di alcune cariche di alleggerimento da parte delle forze dell’ordine.

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