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Cronaca

L’altalena del green pass mette a dura prova la voglia di evasione. Oggi il nuovo decreto

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Aumentano i casi Covid in Italia ed il tasso di positività sale dall’1,6 all’1,8%. Intanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità non raccomanda l’esecuzione di test sierologici – volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus – ai fini del processo decisionale vaccinale.

Nel frattempo, però, l’ultima circolare firmata dal ministero della Salute indica come sia possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti Covid nei soggetti che abbiano contratto il virus, purché la vaccinazione venga eseguita preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa e comunque non oltre 12 mesi dalla guarigione.

Un’altalena di disposizioni che, sommate al limbo in cui – per la seconda estate – si trovano gli italiani, non aiuta affatto né gli umori né l’economia, anche perché se il 47,9 % della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, c’è l’altra abbondante metà che o è ancora in attesa della seconda dose o proprio il vaccino non l’ha ancora fatto. La discussione – in pieno periodo estivo e di ferie – sul green pass ha provocato una pioggia di disdette da parte dei turisti stranieri e gli italiani che sono in partenza tremano all’idea di poter contrarre la variante Delta in vacanza o di restare comunque impigliati nei meccanismi di quarantena che – lo specifica il governo – sono completamente a carico dell’individuo. I numeri, d’altronde, sono chiari: una settimana fa l’incremento dei casi in 24 ore è stato di 1.534 mentre ora quel numero è schizzato a 4.259.  

Oggi il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare un nuovo decreto che andrà a definire l’utilizzo del green pass e la revisione dei parametri (in base alla percentuale di occupazione delle terapie intensive e dei reparti ordinari), il tutto in un’ottica di azione al fine di non essere costretti a chiudere di nuovo.

Il braccio di ferro governo-regioni vede da un lato i governatori preoccupati delle conseguenze per la stagione turistica, che vorrebbero rinviare la decisione a settembre, dall’altro il premier Mario Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza decisi ad agire subito, come in Francia, dove il pass entra in vigore oggi, anche se per il momento solo per accedere in cinema e teatri. L’ipotesi che si sta facendo strada è dunque quella di partire da subito – da lunedì prossimo o al più tardi da agosto – con l’obbligo del pass per tutta una serie di attività definite “non essenziali” e da settembre estenderlo a quelle essenziali.

Per sedersi nei bar e nei ristoranti al chiuso potrebbe essere necessario avere il pass, ottenibile in questa prima fase con una sola dose (o con il certificato di guarigione o il tampone negativo), mentre nessun obbligo ci sarà per prendere il caffè al bancone. Le due dosi saranno invece necessarie per entrare in discoteca o per prendere treni, aerei e navi a lunga percorrenza. Liberi, quindi di muoversi, quei 38 milioni di italiani che hanno già scaricato il QR code che codifica la certificazione verde e più limitati – va da sé – tutti gli altri. Vero è anche che ci sono giovani prenotati e che aspettano perché mancano le dosi: lo Stato sta valutando se offrire loro gratis il tampone che, nel frattempo, permetterebbe loro di viversi un po’ quest’ennesima, zoppa, estate.

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