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Cronaca

Italia a rischio arancione: è corsa alla terza dose. Liguria in zona gialla

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I contagi Covid sono in fase epidemica acuta e l’Italia è a rischio arancione: è questo il quadro prenatalizio che deve affrontare il governo, il quale si riunirà giovedì in cabina di regia per definire le misure da adottare per contrastare un virus che – grazie al vaccino – è senza dubbio più debole, ma continua a dilagare nelle sue varianti

. L’ultima, Omicron, ha portato ad un ulteriore calo delle Borse europee, complice pure il basso volume di scambi per effetto dell’arrivo delle prossime festività. E se c’è un Lazio che si appresta – tramite ordinanza del governatore Zingaretti – all’obbligo di mascherina all’aperto su tutto il territorio regionale, da oggi nel Nord Ovest è la Liguria a tingersi di giallo. 

Di fatto a livello pratico cambia poco, bisogna però ritornare a un uso corretto della mascherina all’aperto e non dimenticare di lavare le mani frequentemente, oltre al distanziamento fisico. “’Importante – ricorda il presidente Giovanni Toti – è continuare a vaccinare e estendere le vaccinazioni il più possibile. Questo unito alla chiusura delle scuole per le vacanze natalizie ci auguriamo possa aiutarci a invertire la curva dei contagi”.

L’incognita però resta alta e per questo motivo a palazzo Chigi si discute sull’opportunità di tornare all’obbligo di mostrare il referto di un tampone negativo anche da parte di chi è vaccinato per partecipare a feste in locali e discoteche, forse anche per quelle in piazza. Altro nodo in fase di discussione è, poi, l’obbligo vaccinale che – già in vigore per personale sanitario, scolastico e forze dell’ordine – potrebbe diventare tale dal 2022 per tutti i lavoratori. Il governo è più prudente sull’obbligo vaccinale per gli studenti, ricordando anche che sono oltre 52.000 i bambini tra i 5 e gli 11 anni che hanno già fatto la prima dose. Il fatto è che i numeri dei contagi sono in rialzo: ieri si sono superati i 24.200 contagi, ci sono state 94 vittime ed il tasso di positività è pari al 4,3.

L’unica arma contro il Covid resta la vaccinazione e quella terza dose che completa un ciclo a rinforza le difese. In Piemonte ad oggi si registra il 60% di contagi in più rispetto allo scorso anno, ma un numero di ricoveri di sei volte inferiore. Lavorano senza sosta gli hub, che, come all’ex caserma Valfrè di Alessandria, fanno il botto nel fine settimana quando, con senso di responsabilità, i cittadini rispondono al dovere civico di vaccinarsi.

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