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Cronaca

Indetto uno sciopero generale per i dipendenti della filiera SDA

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“Le Segreterie Nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, nonostante abbiano proposto fino all’ultimo soluzioni per costruire il primo accordo di SDA, prendono atto che SDA e Fedit non hanno, ad oggi nessuna intenzione di continuare nel percorso intrapreso ormai da due anni.”


SDA e Fedit usano come giustificazione i recenti fatti accaduti ad altre aziende del settore, ovvero quella di non poter fare accordi sindacali per i fornitori.


A questo, durante le trattative, cosi come richiesto nella nostra piattaforma, abbiamo risposto proponendo: l’internalizzazione graduale di tutti i processi produttivi della filiera (facchini e driver), compresi, in particolare, quelli in affidamento alle Agenzie nonché proseguire nella definizione dell’Accordo sindacale per il suo inserimento nel capitolato di tutti gli appalti SDA del territorio nazionale, per poter dare nuovi e migliori trattamenti omogenei a tutti i lavoratori della intera filiera e contemporaneamente una qualificazione delle aziende appaltatrici insieme ad una loro riduzione numerica.
Il vero rumore lo fanno, ancora una volta, i numeri: Poste Italiane continua a “registrare risultati eccezionali, con un Ebit al massimo storico, più che raddoppiato rispetto al livello del 2017: una progressione sostenuta dai contributi di tutte le linee di business* risultati che pongono «solide basi» per confermare «il percorso di crescita nel 2023».” “dividendo relativo al 2022: rispetto all’anno prima il rialzo proposto è del 10%, per un totale di 65 centesimi ad azione, mentre sui risultati 2023 l’aumento ipotizzato è del 9% su base annua, con una stima di 71 centesimi* quasi 5 miliardi di dividendi dal 2017 a fine 2023* ricavi pari a 11,9 miliardi (+6% sul 2021]° (fonte la Repubblica).


Riteniamo inaccettabile che si vogliano far pagare ai lavoratori, gli eroi della Pandemia, coloro che con il proprio lavoro contribuiscono alle fortune di SDA e di Poste Italiane, le ambizioni dei dirigenti di Poste Italiane che, pur di farsi riconfermare, riempiono le casse aziendali e non redistribuiscono adeguatamente ai lavoratori.


Inoltre, registriamo una mancanza assoluta di chiarezza e trasparenza sulle prospettive industriali delle alleanze commerciali e sulle acquisizioni di società nel Gruppo Poste Italiane e temiamo un ridimensionamento del ruolo di SDA all’interno del Gruppo magari applicando un altro contratto collettivo di lavoro che potrebbe fare dumping al Logistica, Trasporto merci e Spedizione.
Tali comportamenti rischiano di compromettere la tenuta stessa del Contratto Nazionale!

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