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Cronaca

Genova, Arcelor Mittal: proteste e sciopero per il licenziamento di 3 operai

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Il licenziamento di tre lavoratori dell’Arcelor Mittal (Ex Ilva) di Genova è stata è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato alla realizzazione di un corteo e alla scelta di indire uno sciopero.

Il corteo di dipendenti, in difesa dei tre lavoratori licenziati (che potrebbero diventare quattro) si è mosso fino alla Prefettura, dove i poliziotti a protezione dell’ingresso si sono sfilati il casco in segno di solidarietà e dove una piccola rappresentanza ha avuto la possibilità di entrare per avanzare le proprie richieste rivolte al Governo. Nel frattempo, va Roma e piazza Corvetto sono state riaperte, circa un’ora fa.

La decisione dei vertici dell’azienda di mettere in atto i licenziamenti è arrivata dopo il blocco dei varchi d’ingresso dello stabilimento genovese; i 3 dipendenti sarebbero accusati di aver rubato del materiale e aver offeso il direttore su un gruppo whatsapp privato ma, al momento, son ben 250 i lavoratori che, a seguito di una lettera aziendale, sono ora costretti a rimanere a casa, senza un lavoro.

La risposta dei sindacati è arrivata dalla Fiom Cgil, che ha indetto uno sciopero cominciato già oggi – a fermarsi sono stati i reparti di ciclo latta, finiture e i laboratori – a cui ne seguirà un altro in programma per venerdì e che vedrà protagonisti impiegati e autisti dei pullman.

Intanto, si fa sempre più vicino quel fatidico 30 novembre: la realtà franco-indiana ha infatti tempo fino a fine mese per recedere il contratto di affitto, a fronte di una penale di circa 500 milioni di Euro e si attende una mossa da parte del Governo.

Al momento, l’unica soluzione alternativa possibile pare sia un’acquisizione di parte dell’azienda (il 40-45%) dallo Stato, mentre la parte rimanente rimarrebbe ad Arcelor Mittal.

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