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Cronaca

“Garante, questa sconosciuta”: l’iniziativa per i detenuti del Ferrante Aporti di Torino

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TORINO – Si chiama “Garante, questa sconosciuta” il progetto ideato per i giovani detenuti dell’Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti di Torino, ideato per far conoscere di più e meglio la figura della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale ai giovani detenuti e fornir loro tutte le modalità per entrare in contatto con l’Ufficio.

Il linguaggio e la grafica utilizzati per il dépliant che verrà presentato domani, venerdì 23 luglio, formano una graphic novel costituta da cinque parti all’interno delle quali il giovane detenuto, protagonista,  viene accompagnato nei suoi dubbi e nelle sue incertezze da un’ape che risponde instancabile alle sue domande e lo invita a contattare chi è chiamato a garantire i suoi diritti.

Il lavoro dedicato ai giovani e per i giovani del Ferrante Aporti vuole essere anche uno strumento per chiarire che i diritti non sono un premio ma vanno garantiti sempre e comunque.

L’IPM di Torino al momento ospita 33 ragazzi. Dopo un periodo di chiusura dovuto alle restrizioni imposte dalla pandemia, il Ferrante Aporti sta ripartendo per garantire ai giovani detenuti non solo le consuete attività scolastiche e formative ma anche laboratori, corsi e percorsi volti al recupero e al superamento delle difficoltà dei ragazzi all’interno.

Sarà l’ideatrice del fumetto, Francesca Bonetto, civilista dell’Ufficio Garante insieme ad altri giovani ad illustrare il lavoro e il suo scopo. Durante l’incontro verrà lasciato ampio spazio ai giovani detenuti per eventuali cambiamenti, aggiunte o migliorie in un ottica di condivisione, ed eventuali variazioni saranno  recepite e apportate  nella prossima stampa, al momento le copie già stampate a disposizione dei giovani sono un centinaio.

Da tre anni l’Ufficio Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Torino ospita i giovani del Servizio Civile Universale accompagnandoli nella conoscenza della tutela dei diritti negli ambiti di privazione della libertà nella nostra Città,  lasciando anche ampio spazio ai giovani civilisti di esprimersi attraverso idee ed elaborati come in questo caso. – spiega Monica Cristina GalloHo accolto subito e favorevolmente l’idea del fumetto in un particolare momento dove è sempre più  necessario fornire informazioni ai giovani detenuti che spesso non sanno a chi rivolgere reclami a difesa dei propri diritti “

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