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Cronaca

Fusione FCA-PSA, le parole del capogruppo LUV Marco Grimaldi

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Fusione FCA-PSA, Grimaldi (LUV): Regione e Parlamentari piemontesi devono poter incontrare al più presto la proprietà. Per credere alla rinascita dell’automotive servono garanzie sul rilancio complessivo del settore e sulla piena occupazione.

Fusione FCA-PSA
Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi.

Chiediamo da tempo che l’elettrico e le auto a guida autonoma non siano solo slogan, ma progetti concreti che riportino la produzione ai livelli precedenti – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi – È noto che Peugeot possiede le tecnologie di cui FCA ha disperatamente bisogno per evitare le multe di CO2 a 9 cifre di Bruxelles, e con gli enormi investimenti richiesti dall’auto elettrica e autonoma, il calo a sorpresa del gasolio e la fine del ciclo di crescita del mercato mondiale, i gruppi erano da tempo alla ricerca di nuove soluzioni”.

Oggi FCA sta infatti installando presso lo stabilimento di Mirafiori una linea dedicata alla produzione della 500 elettrica, che dovrebbe rappresentare il riscatto ed è parte del piano di 5 miliardi di investimenti annunciato per l’Italia, con una capacità produttiva pari a 80mila veicoli all’anno, ma l’azienda ha dichiarato che inizialmente dovrebbe venderne soltanto 20mila.

Questo progetto e questa fusione saranno in grado di rilanciare la produzione industriale di Mirafiori e i livelli occupazionali? – domanda Grimaldi – Dal 2006, quando a Torino si producevano ancora 218mila vetture, la produzione è calata dell’86%: oggi se ne fabbricano poco più di 20mila. Da allora a Mirafiori è sparita la piena occupazione, i dipendenti sono in cassa da più di dieci anni. Sono stati persi 18mila addetti nel settore automotive in Piemonte, di cui 13mila nel torinese”. Se la linea per la 500 elettrica funzionasse al massimo della sua capacità produttiva impiegherebbe 1.200 addetti, ma stando alle dichiarazioni dell’azienda la produzione dovrebbe essere di circa un quarto.

Non solo: nel mercato italiano, nel primo semestre 2019, i veicoli a propulsione elettrica rappresentano solo lo 0,5% delle vendite, gli ibridi PHEV lo 0,2%, gli ibridi tradizionali il 5%, mentre i veicoli a benzina e a diesel mantengono complessivamente l’86%. Anche nel mercato europeo nel 2018 sono stati venduti poco più di 200mila veicoli elettrici, 182mila PHEV, 606mila di ibridi tradizionali, contro 8,7 milioni di veicoli a benzina e quasi 36 milioni di diesel.

Eppure le politiche pubbliche a livello di Unione Europea e di singoli Stati membri stanno indubbiamente spingendo verso un nuovo modello di mobilità, attraverso una nuova regolazione delle emissioni dei veicoli, l’utilizzo degli appalti pubblici (prevedendo delle soglie minime di veicoli elettrici per ciascuna fornitura), l’utilizzo di schemi di incentivo all’acquisto e vantaggi fiscali, la previsione di infrastrutture di carica, l’individuazione delle batterie per veicoli elettrici come chiave strategica da sostenere.

I rappresentanti delle istituzioni – conclude Grimaldi – in questi giorni hanno applaudito unanimemente alla fusione dei due gruppi. Tuttavia, per sapere se si tratta di un’opportunità bisogna esigere che la Regione e i Parlamentari piemontesi possano incontrare al più presto gli Elkann. Per credere alla rinascita dell’automotive servono garanzie sul rilancio complessivo del settore e sulla piena occupazione, ma anche politiche pubbliche, nazionali e regionali, sulla riconversione ecologica”.

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