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Cronaca

Guastata la festa della prima domenica in zona gialla: il Governo valuta strette

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Una domenica di riacquistata libertà, dettata dall’obbligo della mascherina e dal distanziamento sociale – certo -, ma chi ieri ha sperimentato una giornata in “zona gialla” ha riscoperto – pur nell’inquietudine che alberga da mesi in ognuno di noi – piccole gioie dettate dal non dover giustificare che ci si stava spostando dalla propria abitazione per motivi urgenti, ma – magari – solo per fare due passi in mezzo alle vetrine natalizie.

E invece è successo quello che era abbastanza logico immaginare: il governo dà l’autorizzazione alla popolazione di muoversi, permette a bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie di riaprire con possibilità di consumo all’interno dei locali fino alle 18 ed ecco, dietro l’angolo, la bacchettata sulle mani a chi si è concesso qualche ora di shopping.

Troppa folla in centro, come hanno testimoniato le immagini di Roma, Milano, ma anche Bologna e la stessa Torino, dove ieri è giocoforza concentrata molta ressa nelle principali vie dello struscio. Nella stessa giornata, ieri, si sono contati quasi 18.000 nuovi casi: 484 i morti.

E, giusto per fare il punto su altri numeri e su un fatto altrettanto risaputo, è l’Italia – con 64.520 decessi da inizio febbraio – il paese europeo che conta più vittime. Perché allora sciogliere le briglie e concedere questo “tana libera a tutti”, se le scene viste ieri – nel primo giorno di zona gialla per moltissime regioni (tra cui il Piemonte) hanno preoccupato sia il Comitato Tecnico Scientifico che membri del governo?

Il modello Germania, che ha deciso per una stretta totale con uno stop del commercio al dettaglio non essenziale dal 16 dicembre al 10 gennaio, scuole chiuse, divieto di assembramenti e dei botti di Capodanno, fa ripensare al governo Conte ad un irrigidimento delle misure misure anticontagio nei giorni festivi e prefestivi: l’idea è quella di rendere tutta l’Italia zona rossa o arancione nelle giornate più a rischio, permettendo però un allentamento per i piccoli Comuni.

Si valuta una deroga che dia, a chi abiti in paesi sotto i 5000 abitanti, la possibilità di spostarsi entro i 30 chilometri. Si lavora, in sostanza, per non mettere ulteriormente sotto stress gli italiani, nell’ottica di adottare norme omogenee in tutta Italia per evitare la terza ondata del virus.

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