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Cronaca

Novi Ligure: saltano delibera per il risanamento del Cit e consiglio comunale

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NOVI LIGURE – Salta la seconda parte del consiglio comunale originariamente fissata per questa sera, venerdì 12 marzo.

Dopo la seduta di ieri, nella quale si è dibattuto sui fondi compensativi del Terzo Valico destinati alla città e di tre provvedimenti di natura urbanistica, l’assemblea cittadina si sarebbe nuovamente dovuta riunire in videoconferenza per discutere del futuro del Cit, il Consorzio Intercomunale dei Trasporti, ormai in crisi profonda dal 2017 e sempre più a rischio fallimento.

In occasione della commissione di lunedì, l’assessore al Bilancio Maurizio Delfino aveva avanzato una proposta di delibera sulla ricapitalizzazione della società. Il ragioniere capo Roberto Moro, il segretario comunale Pier Giorgio Cabella e i revisori dei conti hanno però dato parere contrario, portando così al ritiro della proposta e al conseguente annullamento dell’assise.

Discutere una delibera di tale importanza in assemblea senza il via libera dei tecnici, anche se permesso in termini di regolamento, sarebbe infatti stato troppo rischioso per gli stessi consiglieri in termini di assunzione di responsabilità. In base al testo della legge Madia, norma attualmente in vigore in materia di società partecipate, il salvataggio delle aziende pubbliche è consentito ma con la prospettiva di raggiungere un equilibrio economico-finanziario entro 3 anni.

Il piano industriale approvato a ottobre prevedeva invece di portare il Cit alla sopravvivenza fino all’intervento di un privato. Una prospettiva per la quale alcuni enti soci, tra cui SerravalleScrivia, Gavi e Stazzano, si sono sempre detti contrari. In sede di commissione, Delfino aveva proposto un percorso in più passaggi, partendo con il ripianamento delle perdite, seguito poi da una ricapitalizzazione dal valore di 150.000 euro e dalla trasformazione del sodalizio da una forma pubblica a una mista pubblico-privata con lo scopo di arrivare, infine, alla definizione di un bando di gara per l’ingresso di un soggetto privato entro la fine del 2021. Un’ipotesi rispedita al mittente, con la delibera che non verrà quindi presentata.

Va da sé che ora la situazione si fa sempre più critica, con il rischio fallimento più che mai concreto e con il futuro dei circa 40 dipendenti nuovamente in bilico. Venerdì prossimo si sarebbe inoltre dovuta tenere l’assemblea dei sindaci dei comuni soci, ma a questo punto non avrà luogo.

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