CASALE MONFERRATO – La Polizia di Stato, nell’ambito diverse ed articolate attività d’indagini, finalizzata al contrasto dei reati informatici, nell’anno 2019 ha deferito 39 persone resesi responsabili di illeciti tipici perpetrati tramite internet.
La costante
crescita di persone che accedono alla rete ha portato ad un’altrettanta
crescita di tale tipologia di reati, costringendo le Forze dell’Ordine ad
incrementare l’attenzione verso il web e coadiuvare gli uffici di Polizia
storicamente dedicati a tali attività, quali le Sezioni della Polizia Postale e
delle comunicazioni, che restano in ogni caso il fulcro dell’attività di
contrasto a tali reati.
La tipicità
delle condotte poste in essere dagli autori di tali reati consiste
nell’approfittare dell’ingenuità delle persone, le quali, a secondo del modus
operandi utilizzato dai malviventi,
vengono poi “derubate”, anche di considerevoli somme di denaro.
I reati
telematiche sono presenti sulla scena del crimine da diversi anni, ma con il
tempo le tecniche criminali si sono sempre più perfezionate fino a diventare di
difficile “lettura”, anche da parte di persone esperte ed attente all’utilizzo
della rete.
Tra questi quello più noto consiste nel cosiddetto “pishing”, ovvero la truffa informatica effettuata inviando una email con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, con l’intento di carpire dati riservati del malcapitato (numero di carta di credito, le credenziali di accesso al servizio di home banking, ecc.), con i quali i malviventi riescono poi a prelevare denaro da conti correnti o a sostituirsi ai malcapitati acquistando per se beni e servizi.
Il reato più
frequente rilevato nella nostra città, però, corrisponde alla classica truffa
online tramite cui supposti venditori propongono in vendita i più disparati
prodotti ad un valore inferiore a quello di mercato per attirare quante più persone possibili, le quali
credendo di fare un affare acconsentono di inoltrare la somma pattuita senza
alcuna garanzia sulla consegna e senza utilizzare canali di pagamento
certificati e garantiti.
Altro reato informatico in crescita è quello della truffa online invertita, in questo caso le vittime sono i venditori che vengono contattati dai falsi acquirenti, i quali, dopo aver concordato il prezzo e le modalità di pagamento, indicano alla vittima di raggiungere uno sportello bancario ed inserire la carta di debito e/o di credito per ricevere la somma pattuita. In tale contesto, fornendo indicazioni fallaci, impartiscono telefonicamente delle istruzioni finalizzate ad effettuare un pagamento su una carta prepagata, invece di una ricezione di denaro.
Anche se meno frequente, un altro è il c.d. “ransomware” ovvero il ricatto digitale, consistente nell’inoculazione di un tipo di “malware” sul pc della vittima, che limita l’accesso alla memoria del dispositivo infettato, con successiva richiesta di un riscatto da pagare per rimuovere la limitazione.