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Cronaca

Alessandria, venerdì 15 assemblea pubblica contro il deposito nazionale nucleare

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ALESSANDRIA – Venerdì 15 gennaio alle ore 17,30 presso il Laboratorio Sociale di via Piave 63 ad Alessandria di terrà una prima grande assemblea pubblica, nel pieno rispetto delle normative anti Covid, contro la possibile costruzione di un deposito nucleare nazionale in uno dei 6 siti ritenuti idonei in provincia di Alessandria.

L’invito è stato rivolto a tutti i cittadini della provincia, e in particolar modo tutte le cittadine e i cittadini di Alessandria, Castelletto Monferrato, Quargnento, Fubine, Oviglio, Bosco Marengo, Frugarolo, Novi Ligure, Sezzadio e Castelnuovo Bormida, i comuni interessati dalla lista di siti inseriti nella Cnapi.

“Stiamo parlando di circa 78.000 m3 di rifiuti radioattivi a bassa attività la cui radioattività decadrà nell’arco di 300 anni e di 17.000 m3 di rifiuti radioattivi ad alta attività la cui radioattività decadrà dopo 100.000 anni. – spiegano gli organizzatori dell’assemblea “No Deposito Nucleare”Con questa scelta il Governo italiano ha deciso di imboccare la strada profondamente sbagliata dell’individuazione di un unico sito da trasformare nella pattumiera dei rifiuti radioattivi italiani”.

“Poteva un territorio profondamente segnato dalle scelte folli di una classe politica vergognosa farsi mancare l’ennesima schifezza?” – continuano gli organizzatori ricordando quanto la provincia alessandrina sia già compromessa in termini di disastri ambientali e sanitari a causa di Eternit, Acna, Ecolibarna, Solvay, Terzo Valico e centinaia di cave.

“Crediamo che l’unica cosa possibile da fare per le donne e gli uomini che hanno a cuore il proprio territorio e vogliano difendere la loro salute e quella dei loro figli sia di organizzare la resistenza a questo folle progetto. – annunciano gli organizzatori – Bisogna battersi con forza per impedire che la nostra provincia diventi la pattumiera nucleare d’Italia e per costringere Comuni, Provincia e Regione a schierarsi con forza contro questa follia. La nostra non sarà mai la battaglia in difesa del nostro orticello e siamo intenzionati a camminare fianco a fianco con qualsiasi comunità locale d’Italia decida di ribellarsi a questo processo. Dal Piemonte alla Sicilia, passando per Toscana, Lazio, Sardegna, Basilicata e Puglia deve alzarsi un unico grande grido”.

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