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Cronaca

31 marzo, stop allo Stato di Emergenza: verso la normalità, col timore per la guerra

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Stop alle regioni divise per colori e basta, quindi, ovunque, all’obbligo delle mascherine all’aperto (resta invece nei luoghi al chiuso), così come le scuole resteranno sempre aperte per tutti con l’eliminazione delle quarantene da contatto e quello delle mascherine Ffp2 in classe.

Non è una chimera: il 31 marzo il governo non prorogherà lo Stato di Emergenza: lo ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi, durante un incontro a Firenze, spiegando come – nell’ottica di riaprire tutto al più presto – anche il green pass rafforzato verrà dismesso gradualmente, a partire dalle attività all’aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Certo, la situazione pandemica va tenuta sotto continuo monitoraggio, ma la situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, ed offre quindi margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese. 

Prima del 31 marzo, però, ci saranno altri allentamenti: già da questo fine settimana gli stadi potranno tornare a riempirsi al 75% della loro capienza e i palazzetti dello sport al 60%. E dal 1° aprile si potrà tornare al tutto esaurito in entrambi i casi. Nei cinema, teatri e sale da concerto nelle regioni in fascia bianca si è già adesso al 100% della capienza, mentre nelle altre non si può andare oltre il 50%. Nel frattempo è il comparto turistico che spera di recuperare il tempo perso con la nuova regola che permetterà, dal 1° marzo, ai turisti extra Ue potranno entrare in Italia con Green Pass base.

E poi c’è un’altra data, sulla strada, molto importante: dal 10 marzo, infatti, come già previsto, sarà di nuovo possibile visitare i propri familiari ricoverati in ospedale per 45 minuti al giorno, Sempre allo scadere dello Stato di Emergenza, bus e metro, treni regionali e ad alta velocità torneranno a viaggiare a capienza piena anziché all’80% com’è oggi.

Novità per i No Vax che, dal 1° aprile, potranno tornare a sedersi all’esterno di bar e ristoranti: potrebbe però restare l’obbligo di dover esibire almeno il Green Pass base, mentre ai non vaccinati sarà precluso l’ingresso nei locali che offrono servizi di ristorazione almeno fino al 15 giugno. Data, quest’ultima, in cui scadrà anche l’obbligo di vaccinazione per gli over 50 e quello relativo al Super Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro. E ancora: dal 1° aprile decadrà anche il ricorso collettivo allo smart working.

Questa la road map delle riaperture per un ritorno alla normalità oscurato, però, in queste ore, dalla dichiarazione di guerra del presidente russo Vladimir Putin nei confronti dell’Ucraina. Una guerra che terrorizza prima di tutto la popolazione, che – nelle zone vicino alla linea del fronte – fugge verso Ovest. Una guerra che riguarda, ovviamente, molto da vicino anche l’Europa e che spaventa anche dal punto di vista dei mercati finanziari, con gas e petrolio alle stelle e con i prezzi dei cerali che volano dopo l’attacco russo.

“Un’operazione militare per demilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina” – ha affermato Putin poco prima delle 6 del mattino a Mosca, spiegando che “un ulteriore allargamento della Nato ad est è inaccettabile”. Una mossa – a suo dire – per difendere i separatisti del Donbass, che porta con sé la minacciosa frase nei confronti dell’Occidente del “non mettersi in mezzo”, perché le conseguenze potrebbero essere incalcolabili. Le menti non hanno fatto in tempo a risollevarsi dallo stress mondiale del Covid che arrivano ad insediarsi negli animi altri, cupi e terrificanti pensieri.

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