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Alessandria

Zoccola 1820-2020: duecento anni di bontà ad Alessandria

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ALESSANDRIA – Spegnere duecento candeline mentre il Festival di Sanremo compie 70 anni: è un gemellaggio che suona come una dolce melodia quello che legherà la fama del marchio Zoccola di Alessandria alla vetrina internazionale della musica italiana. Chi sarà nella cittadina ligure nei giorni della competizione canora potrà quindi imbattersi nei leggendari cannoncini, inventati da Cesare Zoccola che, insieme ad un pasticcere della Motta di Milano, ha dato forma e sapore a cannoli lunghi e stretti come il dito di una mano. <Sono inimitabili – puntualizza la nipote Alice, 41 anni, che rappresenta la settima generazione -: ricordo che sua moglie, mia nonna Nini, che tutti in città conoscevano per la sue strepitose pizzette di sfoglia, ne mangiava uno allo zabaione tutte le mattine, prima di entrare in laboratorio. E’ mancata 7 anni fa, a 94 anni, mentre mio nonno Cesare se n’è andato prima, ad 85. Quest’anno la mia famiglia festeggia un traguardo altisonante: al di là della passerella sanremese, che certo ci inorgoglisce, stiamo pensando a qualcosa per condividere la nostra gioia con gli alessandrini>.

La storia di questa dinastia di “artigiani del gusto” affonda le proprie radici a Cassine, dove Luigi e Maddalena aprirono prima una panetteria, poi si specializzarono in paste dolci e salate. Successivamente il trasferimento ad Alessandria, dove l’attività Zoccola rimase in via Mazzini/angolo via Savonarola fino al 1960. L’ubicazione attuale di questo tempio delle prelibatezze, che contempla anche la gettonatissima torta Tartufata o l’Albanese, ma anche cake design su ordinazione e salatini, è in corso Lamarmora, alle porte del centro storico, da oltre mezzo secolo. Da una ventina d’anni, poi, grazie ad Alice (laureata in grafica pubblicitaria a Milano e con una propensione alla perfezione ereditata da nonna Nini, basti guardare la cura con cui vengono confezionate le creazioni di casa) la pasticceria ha avuto una svolta glam nel suo look. <Domina il rosa, è il mio colore – sorride Alice -, abbinato al bianco e all’argento. Non sono pasticcera, ma conosco tutti gli impasti. E’ mio papà Massimo, che a 27 anni ha lasciato un posto sicuro in banca per proseguire la tradizione di famiglia, il creativo per eccellenza. Oggi è aiutato in laboratorio da altri undici pasticceri, mentre alla vendita ci siamo io e due fidate collaboratrici>.

Foto di Cristian La Greca

Alice ha respirato l’aria profumata del laboratorio fin dall’età di 8 anni: <Già allora preferivo stare al banco e, anche se ho avuto la possibilità di studiare a Milano, tornavo ogni fine settimana ad aiutare i miei. Mio papà Massimo e mia mamma Paola si alzavano nel cuore della notte: è un mestiere faticoso il nostro, anche se pieno di soddisfazioni. Tanti pasticceri hanno iniziato la loro carriera qua: con Lillo Voltaggio, che ha poi aperto la sua attività in città, c’è tuttora un feeling bellissimo>. Anche i personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport scelgono Zoccola per le loro occasioni importanti: <L’ex calciatore della nazionale brasiliana Josè Altafini e il centrocampista Alessandro Gazzi, capitano dell’Alessandria Calcio, sono affezionati clienti, ma la nostra torta in pasta di zucchero è volata anche a Montecarlo, alla festa di compleanno del cantautore Umberto Tozzi oppure a Milano, quando Fabrizio Corona ha compiuto 45 anni>. E per il bicentenario di questo brand da leccarsi i baffi sono in uscita il “cioccolatino Alicia” e la “Torta 200”, impastata rigorosamente con un cioccolato rosa che si chiama Ruby: passione che si scioglierà in bocca.

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