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Alessandria

Alessandria per la pace, sabato 26 febbraio ore 16.00 presidio in piazzetta della Lega

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ALESSANDRIA – Negli ultimi giorni, è salita la tensione ai confini dell’Europa, tra Russia ed Ucraina. Arrivano, insieme ai colpi d’artiglieria, i primi morti e le prime distruzioni, con migliaia di profughi in fuga.

Manca solo un incidente grave, o meglio un attacco ucraino sul fronte del Donbass, dove la guerra in un recente passato ha già fatto 14 mila morti, due milioni di profughi e l’annessione russa della Crimea, un attacco che provochi la reazione delle truppe russe, perché la situazione precipiti.

E mentre gli accordi di Misk dicono che la Russia non considera il Donbass un’altra Crimea, per la quale accetta un’autonomia interna all’Ucraina, ecco che la recente decisione di Putin di riconoscere le indipendenze di Lugansk e Donetsk azzera ogni sforzo diplomatico e apre il capitolo per una nuova guerra.

Si tratta della più grave minaccia che ci riporta ad epoche buie della storia d’Europa. Eppure, di guerra, gli europei ne hanno avuto una recente nei Balcani, nella ex Jugoslavia, con il coinvolgimento di grandi potenze e di Paesi confinanti, una guerra che, tra massacri e pulizie etniche, ha dissolto come neve al sole gli ultimi stati multietnici e multireligiosi d’Europa.

La partita si gioca adesso sulla questione Nato: da tempo, l’Ucraina chiede di entrare nell’Alleanza atlantica, operazione che Mosca vuole bloccare. Del resto, vi sono ragioni più che concrete perché la Russia si allarmi.

L’allargamento sconsiderato ad Est è vissuto come un assedio: basta prendere la mappa dei Paesi Nato e ve ne renderete conto!

Come pure, vi sono motivi reali perchè esista una zona di neutralità che separi i potenziali contendenti, com’è avvenuto, a suo tempo, in Europa, dove quattro membri, in primis la Finlandia, sono neutrali, cioè non aderenti alla Nato, europeisti.

L’Europa si è improvvisamente svegliata perché il gas russo è un tema centrale. Oltre all’odore dei morti, sente puzza di gas e di crisi economica.

E’ preoccupata delle conseguenze che una guerra potrebbe avere in tema di rifornimenti energetici, con tensioni molto forti sui prezzi del petrolio, già salito ai massimi: costi energetici stellari in caso di sanzioni contro il “North Stream”. E a pagare sarebbero donne e uomini che lavorano, che studiano o vivono di pensione.

Si ingrasserebbero solo i signori della guerra che incrementano spese militari e profitti, un’industria della morte che sottrae fondi e risorse alla sanità, all’assistenza, allo sviluppo di un territorio e di una nazione.

Per questo, siamo contro ogni guerra, da bandire come strumento scellerato di risoluzione delle crisi internazionali, così come prevede l’art. 11 della nostra Costituzione.

Siamo contro ogni militarismo e blocco militare, sia esso occidentale, russo, cinese o quant’altro.

Occorre una diplomazia alternativa con obiettivi precisi.

La mancata adesione dell’Ucraina alla Nato è una condizione necessaria, ma non sufficiente, occorre creare una condizione di neutralità.

Le minoranze possono essere tutelate da statuti di autonomia.

La pace deve essere una conquista in termini di pacifica convivenza multietnica.

Alessandria per la pace

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