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Acqui Terme

Acqui Terme, l’Associazione Albergatori interviene sull’operatività degli stabilimenti termali per il 2022

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ACQUI TERME – L’Associazione Albergatori di Acqui Terme ha constatato che la persuasione morale ha giustamente riportato le parti ai tavoli delle trattative, pertanto è ormai inutile rispondere agli attacchi
scomposti e fuori luogo nei nostri confronti, giunti prevalentemente da persone non esperte del
settore.

“In questa fase delicatissima è importante un richiamo al senso di responsabilità di tutti, affinché le
parti possano trovare un punto d’incontro, che compatibilmente con le esigenze aziendali possa
tutelare la dignità dei lavoratori”.

Questo deve avvenire in un clima di comprensione reciproca, in cui ognuno deve necessariamente concedere qualcosa, senza inutili arroccamenti su posizioni estreme e possibilmente in tempi ragionevolmente brevi, così da poter riaprire non oltre la data inizialmente prevista del 25 aprile.

“Troviamo quindi sconsiderato dichiarare tramite gli organi di informazione, soprattutto non a
livello locale, che le Terme di Acqui sono chiuse per la stagione 2022, perché nonostante le iniziali
dure prese di posizione di entrambi, ci troviamo in una fase di trattativa in corso tra le parti
interessate”.

In quest’ottica occorre prestare la massima attenzione alla comunicazione, che non deve essere
strumentalizzata ai soli fini di ottenere posizioni di vantaggio. A tal proposito segnaliamo che
stiamo ricevendo continue telefonate da parte dei nostri clienti abituali, che sono molto allarmati
dalla notizia della chiusura delle terme e che rischiamo pertanto di perdere.

Bisogna infatti considerare che tali informazioni creano un danno d’immagine incalcolabile, con un conseguente sperpero di denaro pubblico precedentemente investito in promozione turistica.

Affinché si focalizzi correttamente il problema, senza inutili speculazioni di parte, precisiamo che a
fatica abbiamo finora sopportato la mancanza delle SPA termali, che ha compromesso il lavoro dei
fine settimana
; certamente non potremo reggere anche la perdita dei soggiorni curativi di durata
bisettimanale, che durante il periodo di apertura garantiscono ancora la continuità lavorativa per
le strutture ricettive, i lavoratori e l’indotto.

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